PAROLE A COLORI

RETAIL INTERIOR | WUTOPIA LAB

Solitamente la personalità delle librerie è discreta, neutra, per far sì che l’occhio del cliente possa farsi strada agevolmente tra reparti, copertine e titoli. Di avviso completamente diverso il Wutopia Lab, insediato a Shanghai, che di recente ha progettato il nuovo bookstore Zhongshu, aperto a Suzhou.

L’arredo e il sistema espositivo del negozio si basano su forme fluide ma rigorose, forse per non soverchiare il prodotto editoriale. Tuttavia, quando lo sguardo si rivolge verso l’alto, si apre un effetto magico. Una sequenza di fogli metallici, a sagoma curva ma variabile, raccordano il soffitto con le vetrate. Quelle lastre, essendo traforate, appaiono lievi ed eteree, con giochi di semitrasparenza. E sono verniciate con i colori dell’arcobaleno, che sfumano progressivamente l’uno nell’altro. Una metafora gioiosa, che vede la diffusione del sapere come apertura di nuovi orizzonti e come trasformazione del pensiero.

ELEFANTI IN TECHNICOLOR

URBAN ART | CATANIA

L’installazione firmata da Salvo Ligama in piazza dell’Università a Catania si ispira chiaramente all’elefante della fontana che, nel corso dei secoli, è diventata l’emblema artistico della città iblea.

Lo scorso 22 novembre la piazza è stata invasa da un ristretto branco di 4 elefanti in vetroresina bianca. Subito dopo l’artista siculo è intervenuto con affascinanti applicazioni cromatiche sulla “pelle” dei pachidermi, secondo chiazze irregolari e diverse da esemplare a esemplare.
Spiega Vincenzo Tomba, direttore dell’Accademia di Belle Arti locale, che ha patrocinato l’iniziativa: «Ligama ha scomposto e dissolto in un’immagine reale la realtà delle nuove generazioni, rendendo gli elefanti come i pixel, atomi di una nuova materia inconsistente».

In altri termini, il colore vuole simboleggiare una Catania legata alla propria identità ma anche inclusiva, aperta a stimoli culturali e a nuovi scenari sociali.

L’installazione sarà presente fino al prossimo 6 gennaio.

PASTELLO SOFFICE

FURNITURE DESIGN | DERLOT

Il talento di Alexander Lotersztain, giovane progettista australiano, sta dando filo da torcere al mondo del design europeo. Con Derlot, la linea sua linea d’arredo autoprodotta, propone elementi dal mood contemporaneo, dal forte appeal formale e tipologico.

Il marchio ha appena lanciato Tetromino Soft, una collezione di imbottiti componibili, costituita da un abaco di elementi di formati diversi ma dalle geometrie molto semplici, con spigoli a doppia aletta.

Del tutto insolita la compilazione della palette cromatica. Lotersztain sceglie numerose tinte, tutte di tono pastello. I colori appaiono luminosi e brillanti, tuttavia senza eccesso di saturazione. Ciò si pone in controtendenza rispetto al trend dei tessuti da divano nei toni del grigio (preferibilmente scuro) o della pelle nera.

Il tessuto delle sedute è a effetto tema, mentre i cuscini supplementari sono in velluto.

SCATOLE AMICHE

ARCHITETTURA | RICARDO LEGORRETA

Nel panorama storiografico del Modernismo, la figura di Ricardo Legorreta occupa un posto del tutto particolare. Seguace di Luis Barragàn, l’architetto messicano azzera la differenza di scala tra le diverse tipologie d’intervento attraverso l’uso del colore, sfidando il tabù razionalista della decorazione applicata. Ma per Legorreta l’elemento cromatico non è un semplice attributo. Anzi, unifica la sua poetica, basata sul rapporto magico tra tinta unita, luce e ombra, come auspicava Le Corbusier. Le sue opere sono dipinti di astrattismo geometrico che diventa tridimensionale.

Mentre il Movimento Moderno rivendicava l’“onestà” visiva del materiale architettonico, le austere forme platoniche di Legorreta si affidano unicamente all’involucro intonacato come foriero di emozione. Secondo uno spirito tutto latino – abbondantemente esportato negli USA – l’immagine dell’edificio fa presa sull’immaginario collettivo e diventare friendly.

SPESA COLORATA

LARGE RETAILERS | SOLERA

Recentemente è stato inaugurato il nuovo punto vendita Solera, brand importante della grande distribuzione in territorio tedesco. Il progetto è stato affidato allo studio valenciano Masquespacio, che ha escogitato un modo decisamente nuovo di identificare e organizzare gli spazi di un supermercato.

Sicuramente è l’uso del colore a creare una forte integrazione tra interno ed esterno, tra grafica e arredo, tra percorsi e punti di interesse specifico. I designer, già noti per altri recenti (e coloratissimi) lavori nel campo del retail, danno vita a un linguaggio visivo perentorio ma friendly, ai limiti del pop, per creare un ambiente accogliente e stimolante. Anche forme e geometrie risultano particolarmente elementari e leggibili.

Giallo limone, rosso e turchese formano una palette limpida che spicca sul nero, destinato a neutralizzare visivamente le parti edilizie e strutturali preesistenti.

ULTRA-POST-MODERNO

FURNITURE DESIGN | PETER SHIRE

«Personalmente, quando progetto procedo per aggiunta invece che per sottrazione»: è il paradigma operativo di Peter Shire, membro originario di Memphis, il collettivo fondato da Ettore Sottsass nel 1981. Sebbene un po’ adombrato dai co-protagonisti che nei decenni seguenti hanno avuto maggiore fortuna in ambito industriale in modo autonomo, il designer britannico viene ricordato per i suoi arredi iper-segnici, nei quali il colore diventa un elemento grammaticale irrinunciabile e dinamitardo.

I lavori di Shire, con le loro palette cromaticissime, rappresentano forse la falange estremista e surreale (il che è tutto dire…) del postmoderno nel campo dell’arredo. Tra spigoli vivi, assemblaggi improbabili e contrappunti geometrici, quei pezzi sono il monumento di una gustosa e ingenua ridondanza, in un gioco artigianale che ha aperto la strada a tanto design autoprodotto tipico dell’inizio di questo millennio.

ARCOBALENO SUBACQUEO

ARCHITETTURA | MONTECARLO

Victor Vasarely, uno dei padri della Op Art, ha sempre mantenuto un’attività multidisciplinare, che spesso ha sconfinato nel campo architettonico.

Fra le sue numerose commissioni pubbliche, la più sbalorditiva – ma anche fra le meno conosciute – è sicuramente la piscina Hexa Grace, creata nel 1979. Situata sul tetto dell’Auditorium Rainier III nel Principato di Monaco, la enorme vasca esagonale si affaccia sul Mar Mediterraneo. Il pattern della pavimentazione interna, fino alle piastrelle rombiche, segue la geometria perimetrale, basata sugli angoli di 60°.

L’universo grafico del pittore ungherese è immediatamente riconoscibile. La percezione dell’opera è strettamente legata ai principali caratteri fisici del contesto: forte inclinazione del suolo e grattacieli. Ma il vero colpo d’occhio sta nelle vedute aeree e satellitari: dalla mappa di Google un arcobaleno esagonale “buca” la Costa Azzurra.

FLUSSI ENERGETICI

ARCHITETTURA | HAMBURG

Dello studio Sauerbruch Hutton ci siamo già occupati, ma il suo lavoro è talmente interessante sul piano della ricerca cromatica nell’architettura che vogliamo presentare un altro progetto emblematico.

Alla periferia di Amburgo sorge la nuova sede della Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt (dipartimento dello sviluppo urbano e dell’ambiente). L’articolazione volumetrica (due ali a facciata ondulata) e il disegno della facciate traducono un’idea di forte dinamicità.

I prospetti sono rivestiti da pannelli metallici verniciati a polvere, con uno scorrimento geometrico marcatamente orizzontale.

Stupefacente la palette cromatica. Su un lato toni del verde e giallo, sull’altro toni a dominanza rossa. Un effetto visivo davvero travolgente.

METAFISICA E PERIFERIA

ARCHITETTURA | MILANO

Mentre Milano sta vivendo un’impetuosa rinascenza anche in campo urbanistico e architettonico, è bello riscoprire manufatti di altre fasi storiche, magari dimenticati, magari da rivalutare.

Il complesso abitativo denominato “Monte Amiata”, progettato negli anni ’60 da Carlo Aymonino, si è trasformato da fallimento urbanistico a condominio esclusivo. Svanita la pretesa della complessità funzionale, rimane la contemplazione metafisica dei volumi e delle piazzette esterne. In particolare, suscita particolare fascino lo spazio di distribuzione alla quota “stradale”: a doppia altezza, masse strutturali in tutta la loro energia e soprattutto due colori che non hanno nulla a che vedere con il marrone chiaro delle facciate.

Una scena rosso vermiglio e giallo limone rappresenta, ante litteram, una vera esperienza immersiva. Un’installazione artistica low cost: proprio l’idropittura applicata al cemento ha tutta la forza identificativa per gli abitanti e di aggregazione per i visitatori esterni.

I TONI DELLA CASCINA

ARCHITETTURA | MILANO

Mentre il colore degli edifici rinvia, nella maggior parte dei casi, all’identità dei materiali che lo rivestono, la tinteggiatura dell’intonaco rappresenta una sfida in termini di rapporto con il contesto e con i suoi significati storici. A Milano, a ridosso dell’area che nel 2015 ha ospitato l’Expo è stato completato di recente un complesso prevalentemente residenziale, denominato Cascina Merlata perché vi sorgeva il nucleo rurale omonimo.

In particolare, le torri progettate dallo studio di Mario Cucinella presentano una colorazione insolita perché “difficile”: i toni del marrone. Gli edifici sembrano generati dalla sovrapposizione di corpi scatolari, il cui intonaco è verniciato in base a una sofisticata palette dei marroni. Nella maggior parte dei casi, i toni sono ricchi di rosso, ma virano anche verso gli ocra.

Una memoria del mondo rurale preesistente. Ma le porzioni azzurro spento citano, qua e là, il cielo afoso dell’hinterland milanese.