COLORE E LUCE A MANHATTAN

INTERIOR | INÉS ESNAL

L’androne condominiale è spesso un luogo di solo transito, anche se in altre epoche aveva il compito di rivelare verso la strada e alle persone avventizie un’idea di magnificenza e di appartenenza borghese.

La lobby di un edificio residenziale di New York, dal sapore scarno e minimalista, è il teatro di una performance cromatica tridimensionale di Inés Esnal, artista adottata dalla stessa metropoli. Sfruttando la luce naturale che passa attraverso tre lucernari ai margini del soffitto, la Esnal crea dei paraboloidi iperbolici mediante cavi colorati, realizzando sfumature come se questi fossero dei pixel lineari. Le tinte sono vivaci, con preminenza dell’azzurro e dell’arancio.
A ciò sui aggiunge anche l’effetto della luce diurna, che contribuisce, dall’alto verso il basso, all’effetto chiaroscurale.
Così la grande scatola brutalista in cemento armato prende vita.

RAGNATELE MULTICOLOR

ARTE | TOSHIKO MACADAM

L’opera di Toshiko MacAdam, artista giapponese trapiantata in Canada, possiede una cifra davvero riconoscibile e di forte impatto comportamentale.

Le sue installazioni non sono concepite e realizzate te a titolo puramente contemplativo, bensì per interagire con i fruitori. Insomma, per essere “usate”, in questo caso sul piano ricreativo.
La MacAdam crea personalmente enormi poligoni in un filato speciale, a colori vivaci e differenziati, con la tecnica dell’uncinetto. Uniti fra loro, formano gigantesche reti da appendere in alto, lungo il loro perimetro, mediante tiranti. La loro funzione? Far giocare i bambini su una superficie elastica.

Anche se la “Public Art for Kids” della MacAdam ha un senso in base alla destinazione ludica, è comunque capace di generare un vero e proprio spettacolo visivo, considerando l’impatto scenografico delle ragnatele caleidoscopiche all’interno di spazi di dimensioni già grandi.

HAUTE COULEUR

FASHION | ALTA MODA PARIS SS19

A pochi giorni dalla conclusione della settimana dell’alta moda di Parigi, gli stilisti hanno manifestato un interesse ancora vivissimo per il colore applicato all’abito, tanto che molti abiti da sera si presentano come vere e proprie scariche cromatiche. Ecco un report fulmineo sulle proposte più intriganti.

Pier Paolo Piccioli, sotto il marchio Valentino, prosegue una ricerca cromatica davvero sofisticata, sia nelle singole tinte sia nei loro accostamenti; mentre Giorgio Armani gioca la propria collezione Privé sul contrasto, in tante declinazioni, tra rosso fiamma e blu elettrico.

La collezione di Zuhair Murad si struttura proprio sulla declinazione di 5 colori: blu (fino al turchese, vedi foto), rosa corallo, lilla, oltre al bianco. Di impronta decisamente più dark (e un po’ fiabesca) è la passerella di Giambattista Valli, che però inserisce abiti dai colori accesi, come il rosa un po’ Barbie. Con lo stesso ruolo di rottura, i toni vivaci sono usati da Georges Chakra, però rispetto al bianco: ad esempio, il giallo intermedio tra limone e fluo.

Ma anche il total white può conquistare la massima espressività. Ce lo dimostra Olivier Rousteing con la collezione firmata Balmain.

GOCCE DI YOGURT

INTERIOR | VOLOS, GRECIA

Lo yogurt greco è assai famoso. Perché non creare uno spazio dal sapore decisamente contemporaneo per consumare un prodotto della tradizione locale?

Questo è il senso del recente lavoro dello studio Ahylo per la yogurteria Froyo, che si trova a Volos, cittadina affacciata sull’Egeo.
Il progetto contamina elementi assai eterogenei, in un risultato di forte impatto visivo. Un negozio rettangolare con pareti completamente bianche è attraversato da un bancone dall’immagine fluida, a ricordare la cremosità del prodotto.
La parte formalmente più audace e caratterizzante è sicuramente il soffitto, colorato in verde acido: gruppi di “gocce-pixel” pendono a lunghezze variabili, fino a disegnare onde rovesciate. Al centro, le lampade bianche appaiono come gocce ancora più grandi.

Un ambiante così avveniristico è reso più friendly da panca e tavolini in massello di legno naturale.

UNA STRANA ZEBRA

ARCHITETTURA | KANPUR, INDIA

L’Hotel denominato The Pink Zebra si presenta come un luogo fiabesco, quasi onirico. Si trova a Kanpur, nell’India settentrionale, in una zona urbana di frangia. Progettato dallo studio Renesa, si presenta come una parentesi ottica e cromatica rispetto a un contesto un po’ trasandato e semi-rurale.
Un immobile preesistente di scarso pregio architettonico subisce un incisivo intervento di restyling sulla facciata e negli spazi interni. Il nuovo sistema decorativo trasporta il visitatore in un’esperienza percettiva assai coinvolgente e perfino disorientante. E comunque di natura immersiva.

Il tema dominante è il contrasto – rafforzato da forti asimmetrie – tra il rosa e porzioni a strisce bianche e nere, con andamento obliquo rispetto a muri e pavimenti.
Nei patii, l’effetto optical è reso ancor più caotico dall’ombra delle doghe frangisole, anch’esse oblique e parallele fra loro, sugli spazi semi-aperti.

COME UNA RAGNATELA

METROPOLITANA | TOKYO

La stazione della metropolitana Iidabashi Oedo è situata in uno dei gangli di Tokyo a maggiore densità relazionale. Vi si incrociano strade, tracciati infrastrutturali e tante traiettorie umane, attirate da attività di tipo sia pubblico che privato.

La metafora reticolare viene reinterpretata da Makoto Sei Watanabe in modo assai incisivo nel progetto di quella stazione sotterranea. La struttura in cemento armato viene lasciata a vista, perfino senza finiture o attrezzature visivamente caratterizzate, diventando lo sfondo un’installazione con forte potere identificativo.

I tratti interessati dai lunghissimi collegamenti verticali vengono enfatizzati, in alto, da una sorta di ragnatela stirata, realizzata in elementi metallici tubolari, ospitano anche gli apparecchi per l’illuminazione.

Insolito il rivestimento cromatico: verde elementare. Decisamente coraggioso e pervasivo, un po’ onirico, capace di determinare senza equivoco la personalità di quell’ambiente trasportistico.

CONTRASTI DA RELAX

INTERIOR | SALT PALMAR HOTEL

Basta una sola foto per sintetizzare la filosofia cromatica adottata dalla designer Camille Walala in questo lavoro.

Ha appena aperto i battenti l’hotel Salt Palmar, situato a Quatre Cocos, nella Repubblica di Mauritius. L’identità degli spazi non poteva che rispecchiare la ricchezza e la sensualità dei linguaggi che, al largo del Madagascar, mixa cultura africana, misticismo indiano e influenze del colonialismo europeo.

Nell’arredo e nella decorazione, le scelte stilistiche della Walala sono abbastanza semplici, per creare un ambiente conviviale e friendly. Ma sulla palette colori sviluppa una ricerca potente, accostando strisce bianche e nere, colori intensi e toni desaturati, in un ensemble assai articolato.

Elementi d’arredo, pavimenti, superfici verticali e componenti tessili sono trattati, a livello cromatico, come equivalenti, tanto da coinvolgere il turista in una sinfonia allegra e amichevole.

LA MURAGLIA ROSSA

ARCHITETTURA | RICARDO BOFILL

In Spagna, sulla costiera di Alicante, sorge un complesso residenziale progettato da Ricardo Bofill, edificato tra il 1968 e il 1973.

L’intervento intrattiene con il territorio un rapporto complesso ma perfetto. Si adatta alla difficile morfologia del sito – una scarpata rocciosa e ripida, che scende verso il mare – nonostante la notevole articolazione tipologica. Difatti, il riferimento insediativo è la fortificazione medievale araba, reinterpretato attraverso la fitta intersezione tra volumi prismatici.

In generale, le facciate (totalmente a intonaco) presentano un andamento asimmetrico, uno slancio verticale e incessanti effetti chiaroscurali. Quelle rivolte al Mediterraneo sono di color rosso-rosato, ritmate dai balconi arancio; i volumi verso l’entroterra sono invece tinteggiati in azzurro e blu.

Pur apparendo come una provocazione tipica dell’architettura radicale, l’uso colore decreta un forte legame con il paesaggio.

AFRICA CHIAMA ITALIA

ARTE | MILANO, CITY LIFE

ArtLine è un progetto di arte contemporanea del Comune di Milano, che coinvolge diversi artisti under40, mirato all’arricchimento del parco pubblico di City Life. L’installazione più recente (e più “social”) è Coloris, firmata da Pascale Marthine Tayou.

Da un pavimento in calcestruzzo, che rappresenta il planisfero terrestre, si eleva un centinaio di tubi metallici verniciati con colori vivaci e luminosi. Le loro altezze variano dai 6 ai 12 metri e sulla sommità di ogni palo si trova un uovo.

L’opera è un’esplosione cromatica che si irradia sulla città. L’artista belga-camerunense riconosce nell’uso del colore, abbinato al valore simbolico dell’uovo, un forte significato di fecondità e di fratellanza tra le etnie oramai radicate nel capoluogo lombardo. Egli opta per una palette molto variegata, che coinvolge tutte le tinte dello spettro primario e tante loro nuance, in contrasto con la monocromia delle nuove architetture circostanti.

L’ARCOBALENO DI CRISTALLO

FASHION | SWAROVSKI

Negli ultimi anni, varie iniziative progettuali e d’immagine hanno consentito alla Swarovski di collocare il proprio prodotto su orbite contemporanee, pur rimanendo fedele al tema del cristallo sfaccettato.

In occasione dell’opening della nuova Manufaktur, a Wattens, l’azienda austriaca ha chiesto a Carlotta Tabaroni di creare un’installazione. La stylist ha valorizzato gli elementi Swarovski – dallo strass più minuto, da usare come semilavorato, fino alle proposte fashion più complete – in una sequenza cromatica davvero spettacolare. Su due scaffali curvilinei, di color bianco, sono stati mescolati gli oggetti in modo da creare una sfumatura continua, che parte dal bianco per attivare al blu.

Un arcobaleno lineare, che lascerà sicuramente un’impronta nell’immaginario dell’azienda che esporta in tutto il mondo, regalando sogni scintillanti a chi non può permettersi i diamanti.