CAMMINARE SUL TAPPETO ROSSO

ARCHITETTURA | ENOTA

Intorno al Podčetrtek Sports Hall, in Slovenia, una sorta di red carpet guida il pubblico verso gli spazi interni.

La struttura sportiva presenta un volume irregolare e asimmetrico, marrone scuro, con intagli floreali sui pannelli metallici di rivestimento.

Oltre a imporsi eloquentemente sul paesaggio circostante – una zona periurbana in un contesto montuoso – il rosso è uno strumento di disegno dello spazio urbano. In particolare, risvoltando sulle pareti dell’edificio con piani obliqui, segna il raccordo tra la superficie percorribile e le facciate. E si pone come percorso pedonale ai margini della carreggiata.

Lo studio Enota, autore del progetto, crea uno scenario dinamico, dall’identità forte ed energica, grazie soprattutto alle superfici sghembe, che annullano la tradizionale gerarchia tra dentro e fuori, tra pieno e vuoto, tra orizzontale e verticale.

CROMO-MARKETING URBANO

BRANDING | LEGO + TIFFANY

Il colore non è soltanto un mezzo di identificazione di particolari realtà commerciali attraverso le due dimensioni. Talvolta esso è uno strumento di guerrilla marketing, ovvero un provvedimento più o meno aggressivo per comunicare un messaggio.

Quei colori che normalmente scorrono davanti ai nostri occhi sul monitor o sulla carta stampata, possono essere anche strumenti per catturare l’attenzione del pubblico attraverso installazioni “brandizzate”, che si impongono tridimensionalmente nel paesaggio urbano.

Le foto qui sopra ritraggono due pop up store (Tiffany a Londra, nel periodo natalizio; e Lego a Dubai) che stravolgono il modo di percepire un marchio proprio attraverso le dimensioni dell’oggetto colorato, che irrompe nelle tonalità neutre degli edifici sia storici che moderni. Diremmo che l’entità è funzionale all’identità.

COLORI DEL FUTURO

ARCHITETTURA | MVRDV

Durante la design week olandese del 2017, l’installazione più sbalorditiva è stata certamente quella progettata da MVRDV. Lo studio (anch’esso olandese) ha proposto, a titolo di manifesto, un alloggio temporaneo per studenti, battezzato Wego. La struttura è in legno, su più livelli, e assolutamente estroversa: ciascun ambiente è aperto in facciata, divenendo una sorta di piccola vetrina sullo spazio pubblico.

Le minuscole stanze sono dipinte con colori accesi, ma ognuna è diversa dalle altre. Nelle ore notturne è possibile chiudere il locale con una serranda semitrasparente: con la luce artificiale, l’edificio ha una vita cromatica anche di notte, come una gigantesca lampada urbana.

L’intervento di MVRDV indaga sul valore dell’esperienza cromatica nella quotidianità, tant’è che la permanenza in ciascun locale diviene un atto immersivo.

MANGIARE CON LO SGUARDO

FOOD | JOËL ROBUCHON

La nouvelle cuisine, che si è andata via via affermando dai primi anni ’70, attribuisce grande importanza alla presentazione del piatto al pari del gusto del cibo. Quest’ultimo si propone come un’esperienza polisensoriale, a dispetto della porzione esigua.

Gli approcci tipici di quel movimento culinario, di origine francese, sono un fatto oramai radicato nel lavoro degli chef di tutto il mondo. Uno dei più illustri esponenti della nouvelle cuisine contemporanea è Joël Robuchon, che tiene alta la tradizione del proprio paese.

Senza entrare nel merito degli aspetti gustativi, i piatti di Robuchon trovano nel colore un importante elemento di identificazione. Mentre salse e carni tendono a tonalità spente, lo chef gioca sulla vivacità cromatica e perfino sul contrasto, soprattutto valorizzando i colori naturali di frutta e verdura. Così, tanto colore e tanta leggerezza, che è l’altra prerogativa della nouvelle cuisine.

BARCHE COLORATE

ARREDO | LUCA NICHETTO

In occasione del Salone del Mobile 2017, Moooi ha presentato “Canal Chair”, seduta progettata da Luca Nichetto. Non vi poteva essere un’affinità più profonda tra l’azienda olandese e il designer veneziano: entrambi appartengono a un territorio fatto di acqua e di canali.

La forma di questa arm chair si ispira, per analogia, alla carena delle barche in legno, le cui doghe lignee sono spesso verniciate secondo la fantasia del proprietario. La sedia poggia su una struttura in acciaio cromato, è imbottita e rivestita in panno a strisce colorate, talvolta in forte contrasto fra loro.

In ognuno dei suoi lavori, Luca Nichetto fa ricorso al Sistema NCS®©. In questo caso, il designer ha scelto tonalità neutre, derivate dall’arancione, differenti gradazioni di grigio, varianti del rosso e altri colori decisamente saturi.

I TONI DELLO SPORT

ARCHITETTURA | Q-LAB

La città di Taipei possiede una nuova infrastruttura sportiva indoor. Il Tucheng Civil Sports Center, progettato dallo studio Q-Lab, sorge in una zona periferica della capital di Taiwan. In termini volumetrici, si configura come un incastro di tre parallelepipedi rigorosamente chiusi verso l’esterno.

Le facciate – enormi, rigorosissime e chiuse verso l’esterno – sono l’occasione per un esercizio cromatico assai audace. I progettisti le rivestono con pannelli metallici rettangolari. Per ogni volume vi è un cambio di colore (rosso, blu e grigio). All’interno della singola superficie, il colore si scompone in 3 tonalità (oltre al bianco) combinate in modo casuale e asimmetrico. La percezione è riconducibile all’effetto dei macro-pixel su larga scala, accentuato dalla distanza del complesso sportivo dall’edificato circostante.

Siamo di fronte a un uso del colore in facciata come pattern dal forte impatto sul paesaggio urbano.

POLVERE DAL PASSATO

INTERIOR | DIMORESTUDIO

Talvolta la ricerca cromatica deriva dalle immagini e dai manufatti patinati, consumati, carichi di storia e di uso. Il colore non appare originale, ma oscurato dai segni del tempo. Questo approccio memoriale è uno degli aspetti del lavoro di Dimorestudio. La ricerca di Emiliano Salci e Britt Moran, i due titolari del workshop milanese, si muove all’insegna della trasversalità in senso sia tematico (recupero del vintage d’autore, design ex novo che va dai tessuti agli interni, ecc.) sia in termini stilistici.

Sembra che le tonalità cupe, polverose sia il fil rouge che collega oggetti e superfici di epoche diverse, comunque comprese nell’arco ’50-70. Colori desaturati e anneriti, accostanti con grande sensibilità visiva, formano paesaggi interni di notevole interesse espressivo. Per Dimorestudio, la capacità di mixare range cromatici e stili è un fatto altamente intuitivo, che sfugge alla serialità e strizza l’occhio alla dimensione del pezzo unico.

DA GIOTTO AL DIGITALE

PITTURA | SALVO (SALVATORE MANGIONE)

Nel mondo della pittura figurativa Salvo (Salvatore Mangione, 1947-2015) occupa un posto molto significativo, specialmente per essere uno dei pochi esponenti a pieno titolo dell’arte postmoderna.

I riferimenti pittorici dell’artista di origini siciliane sono le figure schematiche di Giotto e di Sironi, ma con un filtro estetico del tutto originale e personale. Paesaggi statici, multicolori, privi di figure umane. Il silenzio è però bilanciato da una visione cromatica di grande energia. Il singolo quadro è invaso da una ricca palette di tonalità in contrasto, anche opponenti, con risultati elettrici.

Negli anni ’80, Renato Barilli notò il conflitto tra quelle scene metafisiche e le palette cromatiche che trascrivevano gli effetti del neon o addirittura della grafica digitale, all’epoca in fase primordiale.

Le opere di Salvo sono intrise di materia sintetica. Egli non conosce il chiaroscuro: anziché degradare verso il nero, i colori virano verso nuance inattese.

TONALITÀ CORAGGIOSE

INTERIOR | MASQUESPACIO

Lo studio professionale di cui vedete due foto, in un certo senso, sta segnando una svolta nell’interior design. Lo studio valenciano Masquespacio sta compiendo una rivoluzione nei paesaggi interni proprio grazie all’uso del colore.

Ana Milena Hernández Palacios and Christophe Penasse adottano tonalità luminose, sature, ottenute da sapienti rielaborazioni di colori elementari. Ma soprattutto puntano sul contrasto, spesso tra opponenti. Rosa Barbie, blu elettrico, rosso granato e vede bottiglia sono gli ingredienti di una sinfonia cromatica elegante ma un po’ shocking, tra postmoderno e anni ’50.

Masquespacio predilige le superfici a tinta unita. Niente pattern, al massimo dettagli d’arredo.

Crediamo che l’attività di questo studio ci invita a riflettere sulle potenzialità sconfinate del colore negli spazi interni, come portatore di nuovi codici espressivi.

SHOCK PERCETTIVO

INTERIOR | JUERGEN MAYER H.

Juergen Mayer H., giovane progettista tedesco attivo in campo architettonico, è un vero esploratore di linguaggi. Rifiuta cliché precostituiti e si avventura nella sperimentazione, complice la dimensione digitale.

Le sue opere presentano forme avveniristiche, ma quando decide di usare il colore, gli spazi assumono una componente a dir poco esplosiva. Sull’attività di Mayer torneremo in futuro, ma ora ci soffermiamo su una sua recente installazione cromatica al Vitra Design Museum di Weil am Rhein.

Il tema dell’intervento cromatico è una delle zone-corridoio. Mayer compie un lavoro a crinale tra decorazione e arte pittorica, sconvolgendo gli schemi della percezione visiva. La normale gerarchia tra pavimento, pareti e soffitto viene sconvolta da campiture sghembe, asimmetriche, nervose, ad angoli acuti. Le intersezioni di bianco, fucsia, rosso, rosa e arancio annullano ogni riferimento spaziale, generando un’atmosfera di immersione cromatica sbalorditiva.