I TONI DELLO SPORT

ARCHITETTURA | Q-LAB

La città di Taipei possiede una nuova infrastruttura sportiva indoor. Il Tucheng Civil Sports Center, progettato dallo studio Q-Lab, sorge in una zona periferica della capital di Taiwan. In termini volumetrici, si configura come un incastro di tre parallelepipedi rigorosamente chiusi verso l’esterno.

Le facciate – enormi, rigorosissime e chiuse verso l’esterno – sono l’occasione per un esercizio cromatico assai audace. I progettisti le rivestono con pannelli metallici rettangolari. Per ogni volume vi è un cambio di colore (rosso, blu e grigio). All’interno della singola superficie, il colore si scompone in 3 tonalità (oltre al bianco) combinate in modo casuale e asimmetrico. La percezione è riconducibile all’effetto dei macro-pixel su larga scala, accentuato dalla distanza del complesso sportivo dall’edificato circostante.

Siamo di fronte a un uso del colore in facciata come pattern dal forte impatto sul paesaggio urbano.

POLVERE DAL PASSATO

INTERIOR | DIMORESTUDIO

Talvolta la ricerca cromatica deriva dalle immagini e dai manufatti patinati, consumati, carichi di storia e di uso. Il colore non appare originale, ma oscurato dai segni del tempo. Questo approccio memoriale è uno degli aspetti del lavoro di Dimorestudio. La ricerca di Emiliano Salci e Britt Moran, i due titolari del workshop milanese, si muove all’insegna della trasversalità in senso sia tematico (recupero del vintage d’autore, design ex novo che va dai tessuti agli interni, ecc.) sia in termini stilistici.

Sembra che le tonalità cupe, polverose sia il fil rouge che collega oggetti e superfici di epoche diverse, comunque comprese nell’arco ’50-70. Colori desaturati e anneriti, accostanti con grande sensibilità visiva, formano paesaggi interni di notevole interesse espressivo. Per Dimorestudio, la capacità di mixare range cromatici e stili è un fatto altamente intuitivo, che sfugge alla serialità e strizza l’occhio alla dimensione del pezzo unico.

DA GIOTTO AL DIGITALE

PITTURA | SALVO (SALVATORE MANGIONE)

Nel mondo della pittura figurativa Salvo (Salvatore Mangione, 1947-2015) occupa un posto molto significativo, specialmente per essere uno dei pochi esponenti a pieno titolo dell’arte postmoderna.

I riferimenti pittorici dell’artista di origini siciliane sono le figure schematiche di Giotto e di Sironi, ma con un filtro estetico del tutto originale e personale. Paesaggi statici, multicolori, privi di figure umane. Il silenzio è però bilanciato da una visione cromatica di grande energia. Il singolo quadro è invaso da una ricca palette di tonalità in contrasto, anche opponenti, con risultati elettrici.

Negli anni ’80, Renato Barilli notò il conflitto tra quelle scene metafisiche e le palette cromatiche che trascrivevano gli effetti del neon o addirittura della grafica digitale, all’epoca in fase primordiale.

Le opere di Salvo sono intrise di materia sintetica. Egli non conosce il chiaroscuro: anziché degradare verso il nero, i colori virano verso nuance inattese.

TONALITÀ CORAGGIOSE

INTERIOR | MASQUESPACIO

Lo studio professionale di cui vedete due foto, in un certo senso, sta segnando una svolta nell’interior design. Lo studio valenciano Masquespacio sta compiendo una rivoluzione nei paesaggi interni proprio grazie all’uso del colore.

Ana Milena Hernández Palacios and Christophe Penasse adottano tonalità luminose, sature, ottenute da sapienti rielaborazioni di colori elementari. Ma soprattutto puntano sul contrasto, spesso tra opponenti. Rosa Barbie, blu elettrico, rosso granato e vede bottiglia sono gli ingredienti di una sinfonia cromatica elegante ma un po’ shocking, tra postmoderno e anni ’50.

Masquespacio predilige le superfici a tinta unita. Niente pattern, al massimo dettagli d’arredo.

Crediamo che l’attività di questo studio ci invita a riflettere sulle potenzialità sconfinate del colore negli spazi interni, come portatore di nuovi codici espressivi.

SHOCK PERCETTIVO

INTERIOR | JUERGEN MAYER H.

Juergen Mayer H., giovane progettista tedesco attivo in campo architettonico, è un vero esploratore di linguaggi. Rifiuta cliché precostituiti e si avventura nella sperimentazione, complice la dimensione digitale.

Le sue opere presentano forme avveniristiche, ma quando decide di usare il colore, gli spazi assumono una componente a dir poco esplosiva. Sull’attività di Mayer torneremo in futuro, ma ora ci soffermiamo su una sua recente installazione cromatica al Vitra Design Museum di Weil am Rhein.

Il tema dell’intervento cromatico è una delle zone-corridoio. Mayer compie un lavoro a crinale tra decorazione e arte pittorica, sconvolgendo gli schemi della percezione visiva. La normale gerarchia tra pavimento, pareti e soffitto viene sconvolta da campiture sghembe, asimmetriche, nervose, ad angoli acuti. Le intersezioni di bianco, fucsia, rosso, rosa e arancio annullano ogni riferimento spaziale, generando un’atmosfera di immersione cromatica sbalorditiva.

PARCHEGGIARE TRA I COLORI

INTERIOR | TERESA SAPEY

Il progetto che presentiamo oggi è del 2004, per cui non recentissimo. Eppure conserva una forte carica visivo-emozionale e un notevole interesse sul piano metodologico.

Il parcheggio interrato è un tema abitualmente risolto in chiave semplicistica, ma Teresa Sapey, architetto cuneese da un quarto di secolo attiva professionalmente in Spagna, ci ha dimostrato che proprio i temi apparentemente sterili possono generare soluzioni brillanti e pionieristiche.

Alla Sapey è stato affidato lo studio dell’apparato cromatico-segnaletico dell’autorimessa dell’hotel Silken Puerta America, a Madrid. La progettista rende friendly il parcheggio “infuocandone” le superfici con toni che sfumano tra giallo e rosso. Le informazioni per pedoni e automobilisti vengono affidate a zone di lettering (in nero) che disegnano icone o scritte di livello superiore.

CAMPI DI ENERGIA

PITTURA | PETER HALLEY

La tradizione dell’astrattismo geometrico, consolidatasi per tutto l’arco del XX secolo, prosegue nella contemporaneità attraverso la figura di Peter Halley, artista newyorkese classe 1953.

Dopo una formazione sinergica ai fermenti postmoderni degli anni ’80, Halley struttura i propri quadri sugli schemi geometrici che regolano l’organizzazione dello spazio umano (cellule, griglie carcerarie, condutture, ecc.). Soprattutto in chiave artificiale: del resto, i colori applicati alle tele – tutte di dimensioni importanti – non possono che appartenere all’estetica del sintetico.

Le tonalità cromatiche che riempiono i rettangoli sono molto sature e di pari intensità. I pattern di Halley sono formati innanzitutto da un contrasto armonico, dove i colori fluo si confrontano con le tinte primarie e con il nero.

Ma il supremo gioco dell’acrilico non si esplicita solo nella ricerca cromatica. Alcune porzioni del quadro sono a sbalzo texturato, ciò che genera impercettibili chiaroscuri.

RELAZIONI UOMO-COLORE A VIENNA

STREET FURNITURE | DIDIER FAUSTINO

Nei mesi scorsi, la Graben – arteria pedonale nel cuore storico di Vienna – ha acquisito nuovi significati iconografici e funzionali. Didier Fiuza Faustino, designer francese, è autore dell’installazione “Domestic landscape 2.0”: attraverso il sistema battezzato KÖR, ovvero una famiglia di elementi ripetibili e aggregabili all’infinito, si è attrezzata una della delle aree più affollate della capitale austriaca.

La configurazione di KÖR sfugge alle tradizionali classificazioni tipologiche dell’arredo urbano. Anzi, proprio per la sua assurdità geometrica, stimola i visitatori all’interazione e alla sperimentazione, in modo da sviluppare nuovi comportamenti e nuove posture.

Gli elementi in acciaio, basati su un uso esasperato dell’angolo retto, sono stati verniciati in turchese brillante, ciò che rende la loro presenza ancor più impetuosa nel contesto storico, in un accattivante gioco chiaroscurale.