COLORE CONCETTUALE
CONCEPTUAL COLOUR

SET UP | PRADA

Nell’ambito dell’ultima fashion week milanese, è stata svelata la prima collezione menswear di Prada disegnata dai co-direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons. La sfilata, senza pubblico, racconta un intimo e personale desiderio di contatto, di scambio e di relazione. Al centro, l’individuo: il corpo, la libertà… ma soprattutto il piacere della tattilità e della visione, che si traduce in una grande varietà di tipologie, lavorazioni e materiali.

Tanto nella collezione che nell’allestimento, grande centralità del colore, sia tradizionale che imprevisto.

Il set up, metafisico e un po’ labirintico, è stato ideato da Rem Koolhaas. I “non spazi” della sfilata vedono l’accostamento, volutamente assurdo, di superfici dissonanti, come lastre di marmo verde chiaro, resina rosa, gesso e pelliccia sintetica violacea.

Interni o esterni? Duri o morbidi? Caldi o freddi? Contemporaneamente entrambi e nessuno dei due, in un sottile gioco concettuale ed espressivo.

 

Conceptual colour – As part of the latest Milan fashion week, Prada’s first menswear collection designed by creative co-directors Miuccia Prada and Raf Simons was unveiled. The show, without any audience, tells of an intimate and personal desire for contact, exchange and relationship. At the center, the individual: the body, freedom … but above all the pleasure of tactility and vision, which translates into a great variety of types, processes and materials.

Both in the collection and in the setting, great centrality of color, traditional and unexpected at the same time.

The metaphysical and somewhat labyrinthine set up was conceived by Rem Koolhaas. The “non-spaces” of the show see the deliberately absurd juxtaposition of dissonant surfaces, such as slabs of light green marble, pink resin, plaster and purple synthetic fur.

Interior or exterior? Hard or soft? Hot or cold? Both and neither of them at the same time, in a subtle conceptual and expressive play.

GLI SCARTI CHE ARREDANO
THE WASTE THAT FURNISH

FURNITURE | LC23

LC23 è un marchio di leisure wear unisex nato di recente per iniziativa di Leo Colacicco, che realizza le collezioni in chiave totalmente hand made e le vende sul proprio sito.

Di recente è stata creata una poltrona con l’obiettivo di riutilizzare tutti gli scarti di tessuti usati nelle passate collezioni. In particolare, per questo primo modello, sono stati impiegati i ritagli di Polartec, tecnotessuto innovativo, ad alte prestazioni e disponibile in numerose varianti.

Da tanta tecnologia nasce così una poltrona, realizzata in Puglia da abilissimi artigiani specializzati, che rispecchia perfettamente lo stile LC23. Dato che si compone di “pezzi” di varie tipologie, appare come un divertentissimo patchwork cromatico, che si estende ai piedini e alle tasche chiuse da zip.

Questo modello sarà realizzato in soli 5 esemplari e acquistabile esclusivamente in pre-order.

 

The waste that furnish – LC23 is a unisex leisure wear brand recently created on the initiative of Leo Colacicco, which creates the collections in a totally hand made way and sells them on its website.

An armchair was recently created with the aim of reusing all the scraps of fabrics used in past collections. In particular, for this first model, Polartec cuttings were used, an innovative, high-performance techno-fabric available in numerous variants.

From so much technology, an armchair is born, made in Puglia by skilled skilled craftsmen, which perfectly reflects the LC23 style. Since it is made up of “pieces” of various types, it looks like a hilarious chromatic patchwork, which extends to the feet and pockets closed by zip.

This model will be made in only 5 copies and can be purchased exclusively in pre-order.

CARAMELLE DI VETRO
GLASS CANDIES

PRODUCT | HELLE MARDAHL

Attualmente esiste in Danimarca un indirizzo del design, molto ben identificato, focalizzato sull’oggettistica decorativa per la casa. Di questo filone fa parte anche Helle Mardahl, che produce e commercializza vasi in vetro colorato, prevalentemente non trasparente.

La designer soffia a mano vasi di vetro da tavolo simili a caramelle. Ma il suo approccio artigianale va ben oltre la produzione seriale delle stesse caramelle. Essa emerge soprattutto dall’idea dell’irregolarità a tutto campo: invece di creare figure perfette, lascia che nascano sagome tondeggianti un po’ deformate, in modo che ognuna sia unica. A questa casualità si aggiungono variazioni dimensionali e soprattutto una vastissima varietà cromatica.

Con la loro tipica superficie glossy e il loro immancabile coperchio bombato, i vasi di Helle, appaiono come oggetti da pasticceria fiabesca, magici, al di sopra delle variazioni del gusto.

 

Glass candies – Currently there is a very well identified design address in Denmark focused on decorative objects for the home. Also part of this trend is Helle Mardahl, which produces and markets vases in colored glass, mainly not transparent.

The designer hand blows glass candy-like tabletop vases. But his artisan approach goes far beyond the serial production of the candies themselves. It emerges above all from the idea of full-scale irregularity: instead of creating perfect figures, she lets slightly deformed rounded shapes arise, so that each is unique. To this randomness are added dimensional variations and above all a vast chromatic variety.

With their typical glossy surface and their inevitable rounded cover, the vases by Helle appear like fairy-tale pastry objects, magical, above the variations of liking.

GELATO GLACIALE
GLACIAL ICE CREAM

INTERIOR | REYKJAVÍK

Un’identità audace (e riconoscibile) per la nuova gelateria all’interno del Museo Perlan di Reykjavík. Attraverso un gesto semplice ed economico Mattia Zambotti, giovane designer italiano, si è ispirato alle stalattiti di ghiaccio e ai loro riflessi, per disegnare un soffitto fortemente iconico.
L’insieme delle piramidi di schiuma fonoassorbente, verniciate in bianco e blu, attirano lo sguardo del visitatore in una composizione optical che converge verso un preciso punto focale: i vassoi del gelato.
Nonostante il riferimento naturale impervio, la cruda tavolozza cromatica, e un prodotto poco adatto al clima nordico, il progettista genera uno spazio avvolgente e mutevole.
Forse è proprio la celebrazione del paesaggio locale a dar vita a uno scenario adatto al vasto pubblico che abitualmente affolla il museo.

Glacial ice cream – A bold (and recognizable) identity for the new ice cream parlor inside the Perlan Museum in Reykjavík. Through a simple and economical gesture, Mattia Zambotti, a young Italian designer, was inspired by the ice stalactites and their reflections, to design a highly iconic ceiling.
The set of sound-absorbing foam pyramids, painted in white and blue, attract the visitor’s gaze in an optical composition that converges towards a precise focal point: the ice cream trays. Despite the impervious natural reference, the raw chromatic palette, and a product not very suitable for the Nordic climate, the designer creates an enveloping and changing space.
Perhaps it is precisely the celebration of the local landscape that creates a scenario suitable for
the vast public that usually flocks to the museum.

FOTOGRAMMI CROMATICI
CHROMATIC PHOTOGRAMS

ARCHITECTURE | RAMIRO GUERRERO

La lezione di Luis Barragan è evidente, ma per Rodrigo Guerrero è solo il punto di partenza per il progetto della propria casa-studio a Nuevo Leon, in Mexico.

Per l’architetto il gioco tra volumi e colore è fondamentale. E lo esaspera, allontanandosi dalle composizioni calibrate, armoniche e perfino metafisiche del maestro. La complessità tipologica dell’edificio, data da dislivelli, patii, terrazze, asimmetrie e compenetrazioni solide, genera una sequenza ininterrotta di inquadrature dove geometria, luce solare e match cromatici corrispondono a un’infinità di micropaesaggi dalla forte carica visiva. Risulta perfino difficile distinguere nettamente interno ed esterno, anche se l’intonaco ruvido ha un ruolo unificante.

I fotogrammi di Guerrero puntano su tinte forti e calde (in primis arancio e fucsia), con parentesi azzurre, e danno luogo a una vera e propria esperienza emozionale.

 

Luis Barragan’s lesson is evident, but for Rodrigo Guerrero it is only the starting point for the project of his own home-studio in Nuevo Leon, Mexico.

For the architect, the play between volumes and color is fundamental. And he exasperates it, moving away from the master’s calibrated, harmonic and even metaphysical compositions. The typological complexity of the building, given by unevenness, patios, terraces, asymmetries and solid interpenetrations, generates an uninterrupted sequence of shots where geometry, sunlight and color matches correspond to an infinity of micro-landscapes with a strong visual charge. It is even difficult to clearly distinguish internal and external, even if the rough plaster has a unifying role.

Guerrero’s frames focus on strong and warm colors (primarily orange and fuchsia), with blue brackets, and give rise to a real emotional experience.

IL GIOCO DURATO POCO
THE GAME LASTED LITTLE

GAME PARK | SHANGHAI

Ispirato alla combinazione tra diversi sport, questo progetto di spazio pubblico mirava ad attirare pedoni e passanti attraverso il suo emozionante paesaggio colorato e la sua topografia. La sua morfologia consentiva all’utente di giocare, saltare, arrampicarsi e molte altre attività ricreative. D’altra parte, il progetto contava elementi di seduta, una “piazza degli oggetti” rossa con un ombrellone e un’area lounge per il pedone che desiderava prendersi una pausa dal caldo estivo estremo.

Abbiamo usato i verbi al passato perché questo spazio urbano non esiste più… era stato allestito a Shanghai per la durata dei Giochi olimpici del 2018, poi smantellato subito dopo la manifestazione. Il progetto era stato curato dall’architetto indiano-canadese Amey Kandalgaonkar, noto per le sue proposte futuristiche e visionarie.

 

Inspired by the combination of different sports, this public space project aimed to attract pedestrians and passersby through its exciting colorful landscape and topography. Its morphology allowed the user to play, jump, climb and many other recreational activities. However, the design featured seating elements, a red “object square” with an umbrella and a lounge area for the pedestrian who wanted to take a break from the extreme summer heat.

We use past tense verbs because this urban space no longer exists… it was set up in Shanghai for the duration of the 2018 Olympic Games, then dismantled immediately after the event. The project was conceived by the Indian-Canadian architect Amey Kandalgaonkar, known for his futuristic and visionary proposals.

VERDE ERETICO
HERETIC GREEN

INTERIOR | MILANO

Un solo scatto “rubato” a un recente numero di Living Corriere. Nella casa milanese dell’architetto Hannes Peer, una piccola camera verniciata di verde si presenta come una scatola ermetica. Leggermente virato sul giallo, avvolge elementi d’arredo in numero ristretto ma dall’immagine potente: un tatami su un sopralzo in legno, due vasi dalle forme organiche e due lampade psichedeliche.

Per esaltare il ruolo delle superfici dalla cromaticità eretica – del tutto insolita nelle nostre case – è stata utilizzata la vernice al posto dell’idropittura, la cui lucidità fa esibire tutte le irregolarità dei muri e del soffitto.

Il colore è sempre un fattore emozionale, ma qui vuole uscire dalle trame rassicuranti della tradizione borghese nel contesto abitativo. Dissacra un immobile antico, si accosta a pezzi vintage e sfida il minimalismo del tatami. Insomma, le tinte esplosive, specie se primarie, contengono un potenziale inesplorato, a dispetto della loro (apparente) banalità.

(ph. Giulio Ghirardi)

 

A single shot “stolen” from a recent issue of Living Corriere. In the Milanese home of architect Hannes Peer, a small bedroom painted green looks like an airtight box. Slightly turned to yellow, it envelops furniture elements in a limited number but with a powerful image: a tatami on a wooden shelf, two vases organic-shaped and two psychedelic lamps.

To enhance the role of surfaces with heretical chromaticity – completely unusual in our homes – paint was used instead of water-based paint, the gloss of which exhibits all the irregularities of the walls and ceiling.

Color is always an emotional factor, but here it wants to get out of the reassuring plots of the bourgeois tradition in the residential context. Desecrates an ancient building, approaches vintage pieces and challenges the minimalism of the tatami. In short, the explosive colors, especially if primary, contain an unexplored potential, despite their (apparent) banality.

GIORNATE COLORATE
COLORFUL DAYS

JEWELS | HERMÈS

Anche piccoli accessori possono rallegrare la nostra vita quotidiana. Ovviamente in chiave glamour. Lo sa bene Hermès, che ha affidato a Philippe Cramer lo studio di un braccialetto (Duo) e di un portachiavi (Arc-en-Ciel) che rispecchiano in pieno la filosofia del celebre brand parigino.

Il cliente può divertirsi scegliendo e combinando a piacimento (già nell’acquisto online) strisce di cuoio con triplo accostamento cromatico: sopra, sotto e bordo. Nel caso del bracciale, le due fascette vengono unite da una clip in oro (soluzione che lo rende reversibile), mentre nel secondo caso si ricorre a una vite.

In entrambi i prodotti il designer svizzero è riuscito a interpretare con freschezza l’identità del cuoio a forte spessore, ovvero il DNA di Hermès, lasciandone trasparire la bellezza attraverso la tintura.

Per gossip, il braccialetto era in vendita sul sito della maison a 250€ ed è già andato a ruba…

 

Even small accessories can brighten up our daily life. Obviously in a glamorous key. Hermès knows this well, and has entrusted Philippe Cramer with the study of a bracelet (Duo) and a key ring (Arc-en-Ciel) that fully reflect the philosophy of the famous Parisian brand.

The customer can have fun choosing and combining at will (already in the online purchase) strips of leather with triple color combination: above, below and edge. In the case of the bracelet, the two bands are joined by a gold clip (a solution that makes it reversible), while in the second case a screw is used.

In both products, the Swiss designer has managed to freshly interpret the identity of thick leather, or the DNA of Hermès, letting its beauty shine through the dyeing.

For gossip, the bracelet was on sale on the maison’s website for € 250 and has already been sold out…

SOTTO LA STRADA
UNDER THE ROAD

STREET ART | BUENOS AIRES

Martín Ron è uno street painter molto attivo, che sta trasformando l’identità dei paesaggi periferici attraverso segni molto forti.

Egli è autore di varie installazioni permanenti lungo l’Avenida General Paz, nei punti in cui questo cavalcavia urbano crea complicati grovigli in corrispondenza con altre arterie di Buenos Aires. Più precisamente, gli interventi di Ron, avvenuti con finanziamento pubblico, riguardano il sottofondo delle carreggiate multiple. L’artista ha voluto cambiare magicamente il luogo, che le persone esplorano, percepiscono in una chiave insolita, stabilendo sul piano visivo un’interazione del tutto nuova.

Qui Ron abbandona momentaneamente il proprio mondo figurativo a favore di un mood astratto-geometrico. Strisce nere o grigio chiaro definiscono zone altamente cromatiche, quasi a rispecchiare la dinamicità veicolare che sta al di sopra.

 

Martín Ron is a very active street painter who is transforming the identity of peripheral landscapes through very strong signs.

He is the author of various permanent installations along Avenida General Paz, at the points where this urban overpass creates complicated tangles in correspondence with other arteries of Buenos Aires. More precisely, Ron’s interventions, which took place with public funding, concern the background of multiple carriageways. The artist wanted to magically change the place, which people explore, perceive in an unusual key, establishing a completely new interaction on the visual level.

Here Ron temporarily abandons his own figurative world in favor of an abstract-geometric mood. Black or light gray stripes define highly chromatic areas, almost reflecting the vehicular dynamism that lies above.

VOGLIA DI COLORE
DESIRE OF COLOUR

FURNITURE / MILANO DESIGN CITY

Le due settimane della Milano Design City, a cavallo tra settembre e ottobre, hanno rappresentato uno slancio creativo in un quadro storico particolarmente buio, capace di frenare anche i fermenti creativi. Le varie presentazioni in giro per la città, di impronta quasi totalmente aziendal-nazionale, non sono state prese d’assalto e hanno escluso ogni forma di progettualità alternativa. Eppure hanno ribadito la capacità di resilienza tipica del capoluogo lombardo, che vuole riaffermare la propria centralità mondiale nel design e nella moda.

Emblematica in tal senso è stata l’installazione di Lapalma nella piazzetta Gorani, di recente costruzione. Le architetture bianche del sito hanno fatto da sfondo a un agglomerato di coloratissimi pouf Kipu, disegnati da Anderssen & Voll, come allegri ciottoli su un fiume, vestiti di cromie rosa, bordeaux e grigie.

 

The two weeks of the Milano Design City, between September and October, represented a creative impulse in a particularly dark historical context, capable of curbing even the creative ferments. The various presentations around the city, almost entirely corporate-national, were not crowded and excluded any form of alternative planning. Yet they reaffirmed the resilience typical of the Lombard capital, which wants to reaffirm its global centrality in design and fashion.

Emblematic in this sense was the installation by Lapalma in the recently built Gorani square. The white architecture of the site was the backdrop to a cluster of colorful Kipu poufs, designed by Anderssen & Voll, like cheerful pebbles on a river, dressed in pink, burgundy and gray shades.