IL SILENZIO È BIANCO

ARCHITECTURE | FRAN SILVESTRE

Il progetto di questa villa fa convivere lo studio di un musicista con la sua abitazione. Situato in una zona residenziale vicino a Valencia, l’edificio si presenta come un volume regolare e rigido contenuto in un recinto di cemento.

Il pianterreno, con muri grigio chiaro, è fortemente estroverso e dialoga con la piscina e il giardino. Ma il piano superiore, che ospita la zona notte, è totalmente bianco e introverso e dialoga solo con il cielo. Lo spazio è organizzato secondo un’articolata compenetrazione tra corridoi, patii, vetrate e stanze.

Il vuoto è protagonista. Il silenzio, voluto dal proprietario per ragioni acustiche, è tradotto anche nella percezione dello spazio. L’uso del bianco genera un gioco metafisico di luci e ombre, di vuoto e pieno, dissolvendo ogni rigida delimitazione tra una zona e l’altra.

Il disegno di questa villa si colloca sulla scia del minimalismo architettonico, ma il risultato emozionale è assolutamente massimalista.

 

Silence is white – The design of this villa brings together a musician’s studio with his home. Located in a residential area near Valencia, the building looks like a regular and rigid volume contained in a concrete enclosure.

The ground floor, with light gray walls, is strongly extroverted and communicates with the swimming pool and the garden. But the upper floor, which houses the sleeping area, is totally white and introverted and communicates only with the sky. The space is organized according to an articulated interpenetration between corridors, patios, windows and rooms.

The void is the protagonist. The silence, desired by the owner for acoustic reasons, is also translated into the perception of space. The use of white generates a metaphysical game of light and shadow, of emptiness and fullness, dissolving any rigid delimitation between one area and another.

The design of this villa follows in the wake of architectural minimalism, but the emotional result is absolutely maximalist.

TRA POESIA E ARTIFICIO

VISUAL DESIGN | MARINA WILLER

Il lavoro di Marina Willer, visual designer londinese, è segnato da incarichi importanti nel campo del branding e dell’editoria, ma restiamo colpiti dal flusso poetico che traspare dai piccoli gesti creativi che affiorano dalla sua quotidianità.
Per Marina diventano espressioni poetiche anche le pagine di un libro, che lei sovraimpressiona con grafismi manuali dai colori vivaci o con i flag segnalibro fluo. La sua affascinante pagina Instagram presenta anche delle sue minuscole installazioni artistiche che artificializzano gli elementi naturali più classici: i sassi e i rami secchi.
La designer dipinge entrambe le tipologie con colori squillanti e contrastati. Nel caso dei sassi – sempre tondeggianti, modellati dall’azione del fiume o del mare – fa ricorso a geometrie elementari, mentre i legni sono decorati ad anelli. È così che l’energia dell’acrilico a tinte forti fa rivivere presenze inanimate, invisibili e dimenticate.

 

Between poetry and artificial – The work of Marina Willer, a London visual designer, is marked by important assignments in the field of branding and publishing, but we are struck by the poetic flow that transpires from the small creative gestures that emerge from her daily life.
For Marina, even the pages of a book become poetic expressions, which she superimposes with manual graphics in bright colors or with fluo bookmark flags. Her fascinating page on her Instagram also features her tiny art installations that artificialize the most classic natural elements: stones and dry branches.
The designer paints both types with bright and contrasting colors. In the case of the stones – always rounded, shaped by the action of the river or the sea – she uses elementary geometries, while the woods are decorated in rings. This is how the energy of strong-colored acrylic revives inanimate, invisible and forgotten presences.

IL DENTISTA DEI BIMBI

INTERIOR | IMPRESS

Impress è un franchising spagnolo dedicato all’ortodonzia invisibile. La filiale che vi mostriamo in queste foto è stata inaugurata pochi mesi fa ed è la seconda a Madrid. Essendo rivolta completamente ai bambini, lo studio dell’architetto Raul Sanchez ha impostato sul progetto su due fattori: la giocosità e il dialogo con le preesistenze storiche.
Sono stati valorizzati i muri perimetrali in grossi blocchi di pietra, mentre lo spirito contemporaneo è affidato a un abbondate uso del rosso fuoco, intervallato da pavimenti e pareti in bianco.
L’immagine dello studio dentistico, decisamente informale, è ricondotta a un continuo effetto-sorpresa, intensificato da sporadiche apparizioni del blu.
Nelle stesse settimane è stata anche aperta la sede di Milano, nei pressi del Teatro alla Scala, caratterizzata da un tono di arancio particolarmente carico.

 

The children’s dentist – Impress is a Spanish franchise dedicated to invisible orthodontics. The branch that we show you in these photos was inaugurated a few months ago and is the second in Madrid. Being completely aimed at children, the studio of architect Raul Sanchez based the project on two factors: playfulness and dialogue with the historical pre-existing structures.
The perimeter walls in large blocks of stone have been enhanced, while the contemporary spirit is entrusted to an abundant use of fiery red, interspersed with white floors and walls.
The decidedly informal image of the dental office is brought back to a continuous surprise effect, intensified by sporadic appearances of blue.
In the same weeks, the Milan office was also opened, near the Teatro alla Scala, characterized by a particularly intense shade of orange.

IL MONDO È GRIGIO, IL MONDO È BLU

INTERIOR | SCEG

Nasce per conciliare passato e presente l’ufficio progettato da Sceg Architetti, destinato a uno studio legale ed esteso 120 metri quadrati.
Al centro dell’intervento, battezzato Agorà, l’uso magico e abile del colore: la scena è dominata dalla tensione tra grigio scuro e blu elettrico. Le superfici prendono il sopravvento sugli arredi, quasi tutti su misura. Stefano Carera ed Eirini Giannakopoulou, titolari dello studio, fanno riferimento a “un arredo iconico in un tempo sospeso”, reinterpretazione delle atmosfere metafisiche di De Chirico, trasposte dalla città agli spazi del vivere quotidiano.
Il colore riveste quasi tutto lo spazio, rendendolo irreale, innaturale. Questa bicromia dialoga direttamente con la forma, la materia, la luce e la dimensione rendendo il luogo plastico, immobile, quasi artificiale.
Insomma, con lo sguardo rivolto al passato si riesce a (re)interpretare la legge della classicità in chiave contemporanea con risultati davvero inusuali.

 

The world is gray, the world is blue – The office designed by Sceg Architetti was created to reconcile past and present, intended for a law firm and covering 120 square meters.
At the center of the intervention, baptized Agora, the magical and skilful use of color: the scene is dominated by the tension between dark gray and electric blue. The surfaces take precedence over the furnishings, almost all made to measure. Stefano Carera and Eirini Giannakopoulou, owners of the studio, refer to “an iconic piece of furniture in a suspended time”, a reinterpretation of De Chirico’s metaphysical atmospheres, transposed from the city to the spaces of everyday life.
Color covers almost all the space, making it unreal, unnatural. This two-tone dialogue directly with form, matter, light and size, making the place plastic, immobile, almost artificial.
In short, with an eye to the past it is possible to (re)interpret the law of classicism in a contemporary key with truly unusual results.

L’ARCOBALENO A BRESCIA

PUBLIC ART | NATHALIE DU PASQUIER

Dai suoi esordi nell’ambito del gruppo Memphis a oggi, il lavoro di Nathalie Du Pasquier si è sempre collocato a cavallo tra pittura, decorazione, pattern design e quanto contribuisce a conferire alle superfici una forte personalità figurativa.
Le sue forme viaggiano tra geometria e colore, tra geometria piana e 3D. Insomma, l’approccio perfetto per affrontare un recente incarico professionale che vede l’artista di Bordeaux affrontare questa nuova installazione urbana, denominata “Mind the Gap”.
La stazione Vittoria della metropolitana di Brescia, inaugurata in tempi molto recenti, è stata disegnata proprio da Nathalie, che ha dato anima e identità ai volumi preesistenti: combinando fra loro le piastrelle colorate di Mutina secondo una griglia geometrica elementare, l’artista interpreta il tema dell’inclusione. L’arcobaleno, simbolo di tante rivendicazioni per l’uguaglianza sociale, si propaga nel sottosuolo, in senso soprattutto metaforico.

 

The rainbow in Brescia – From her beginnings within the Memphis group to today, Nathalie Du Pasquier’s work has always been placed between painting, decoration, pattern design and how much it contributes to giving surfaces a strong figurative personality.
Her shapes travel between geometry and color, between plane and 3D geometry. In short, the perfect approach to tackle a recent professional assignment that sees the Bordeaux artist tackle this new urban installation, called “Mind the Gap”.
The Vittoria station of the Brescia underground, inaugurated very recently, was designed by Nathalie, who gave soul and identity to the pre-existing volumes: by combining the colored tiles of Mutina according to an elementary geometric grid, the artist interprets the inclusion theme. The rainbow, a symbol of many claims for social equality, spreads underground, in a metaphorical sense above all.

LE 50 SFUMATURE DEL BERE

PACKAGING | SOLO WORKS

Per ora resta sollo un acuto divertissement digitale, ma rappresenta una proposta di grande interesse visivo per coloro che esplorano Instagram a caccia di esperienze cool.

Will Davies, designer di cui non conosciamo la nazionalità e il range generazionale, ha studiato di recente un sistema grafico per identificare una linea (rigorosamente immaginaria) di bevande alcoliche alla frutta.

Qui tutto è minimale: la classica lattina da 33 cl, i font e l’impaginazione. Eppure, con abilità da millenial, inonda la superficie cilindrica con colori vitaminici, che variano a seconda degli ingredienti.

Davies crea dei giochi di nuance sottese da due colori di partenza. Le lattine, tutte insieme, compongono una chiazzatura che cattura l’occhio, chiaramente con l’intento di catturare il fruitore del prodotto (che ancora non esiste).

 

The 50 shades of drinking – For now it remains only a sharp digital divertissement, but it represents a proposal of great visual interest for those who explore Instagram in search of cool experiences.

Will Davies, a designer whose nationality and generational range we do not know, recently studied a graphic system to identify a (strictly imaginary) line of fruit alcoholic beverages.

Here everything is minimal: the classic 33 cl can, the fonts and the layout. Yet, with millennial skill, it floods the cylindrical surface with vitamin colors, which vary according to the ingredients.

Davies creates play of nuances subtended by two starting colors. The cans, all together, make up a spot that catches the eye, clearly with the intention of capturing the user of the product (which does not yet exist).

ARGILLA COME CARTA

HANDCRAFT | PAOLA PARONETTO

«Paper clay [è] un materiale fatto di argilla, carta povera e fibre di cellulosa che conferiscono all’oggetto cotto una speciale leggerezza. La natura composita del paper clay richiede un lavoro lento di aggiunte e stratificazioni, e le caratteristiche sempre diverse delle materie prime fanno in modo che il procedimento non sia mai replicabile in modo esatto».

È la stessa Paola Paronetto, dalla campagna friulana, a rivelarci l’essenza delle sue creazioni. Le sue collezioni di vasi, tutti esemplari unici, sono il frutto di una tecnica perfezionata in anni di dedizione a una materia che rivela potenzialità sempre nuove.
La diversità tra un pezzo e l’altro è dovuta anche alle scelte cromatiche della smaltatura, che generano straordinarie palette basate su colori di mezzo tono, tra le nuance del sorbetto e delle spezie più intense. I suoi vasi, che sembrano corolle instabili, seducono negli still life fotografici ma portano al paesaggio domestico tanta poesia.

 

Clay as paper – «Paper clay [is], a material made of clay, lean paper and cellulose fibers that give the baked object a special lightness. The composite nature of the paper clay requires a slow work of additions and stratifications, and the always different characteristics of the raw materials mean that the process can never be exactly replicated».

It is Paola Paronetto herself, from the Friulian countryside, who reveals the essence of her creations. Her collections of vases, all unique specimens, are the result of a technique perfected over years of dedication to a material that reveals ever new potential.
The diversity between one piece and another is also due to the chromatic choices of the glazing, which generate extraordinary palettes based on mid-tone colors, including the nuances of sorbet and more intense spices. Her vases, which look like unstable corollas, seduce in photographic still lifes but bring a lot of poetry to the domestic landscape.

LA CASA TRATTEGGIATA

SET UP | BIENNALE DI VENEZIA 2021

A tre mesi dalla conclusione della Biennale di Venezia, i bilanci coinvolgono anche la qualità e l’incisività degli allestimenti. Fra i più significativi viene annoverato il padiglione dell’Uzbekistan, che contiene un modello in scala 1:1 della sagoma di una casa mahalla, realizzato in tubolare d’acciaio smaltato di giallo.

Le tradizionali abitazioni mahalla sono un modello abitativo/architettonico ma anche un sistema di vita comunitaria radicato nella storia del paese, mantenuto anche attraverso le interpretazioni moderniste sovietiche e ancora presente nella capitale Taskent. Queste case tendono a crescere in base all’espansione del nucleo familiare, raramente per più di due piani, formando quartieri ad alta a forte coesione sociale.

L’installazione, intitolata “Mahalla: Urban Rural Living”, è stata progettata dai professori dell’ETH di Zurigo Emanuel Christ e Christoph Gantenbein.

The hatched house – Three months after the conclusion of the Venice Biennale, the balances also involve the quality and incisiveness of the set-ups. Among the most significant is the Uzbekistan pavilion, which contains a 1:1 scale model of the outline of a mahalla house, made of yellow-enamelled steel tubing.

Traditional mahalla dwellings are a housing/architectural model but also a system of community life rooted in the country’s history, also maintained through Soviet modernist interpretations and still present in the capital Tashkent. These houses tend to grow based on the expansion of the family unit, rarely for more than two floors, forming high-socially cohesive neighborhoods.

The installation, entitled “Mahalla: Urban Rural Living”, was designed by ETH Zurich professors Emanuel Christ and Christoph Gantenbein.

UN BLU CHIAMATO ELETTRICO

TREND | SPECIAL COLOURS

Nonostante il susseguirsi dei colori di tendenza, il blu elettrico continua a risultare vincente e apprezzatissimo nel mondo del design. Insomma, sempre attuale.

In voga già nell’ultima decade del XIX secolo, prende il nome dal bagliore di aria ionizzata prodotto da scariche elettriche; in particolare, è il risultato dell’emissione spettrale di atomi di ossigeno e azoto presenti nell’aria, ionizzati ed eccitati, che ricadono sugli stati non eccitati.

Sublimato nell’arte (e anche brevettato) da Yves Klein negli anni ’50 del secolo scorso, è tutt’oggi presente nella decorazione degli interni (sia classici che contemporanei), nella caratterizzazione delle facciate e nella personalizzazione dei prodotti di ogni tipo.
È l’unico colore psichedelico a non apparire estremo, tanto da costituire la gradazione usata per lo sfondo della bandiera dell’Europa.

Dal 1976 è stato anche il tono della bandiera francese (poiché visivamente incisivo con l’introduzione della tv a colori), riportato nel 2020 dal presidente Macron alla nuance adottata ai tempi della Rivoluzione.

 

A blue called Electric – Despite the succession of trendy colors, electric blue continues to be winner and highly appreciated in the world of design. In short, always current.

In vogue since the last decade of the nineteenth century, it takes its name from the glow of ionized air produced by electrical discharges; in particular, it is the result of the spectral emission of oxygen and nitrogen atoms present in the air, ionized and excited, which fall on the non-excited states.

Sublimated in art (and also patented) by Yves Klein in the 1950s, it is still present today in interior decoration (both classic and contemporary), in the characterization of facades and in the customization of products of all kinds.

It is the only psychedelic color that does not appear extreme, so much so that it constitutes the gradation used for the background of the European flag.

Since 1976 it has also been the tone of the French flag (as it is visually incisive with the introduction of color TV), brought back in 2020 by President Macron to the nuance adopted at the time of the Revolution.

IL MARE MINERALE

PUBLIC ART | CHICAGO

Il movimento è il principio alla base di “Atmospheric Wave Wall”, progettata appositamente dallo studio Olafur Eliasson per Willis Tower, a Chicago. L’opera copre la parete con un motivo di piastrelle metalliche basato sulla tassellatura di Penrose, un modello messo a punto dal matematico e fisico Sir Roger Penrose negli anni ’70 nel campo della fisica quantistica.

Ogni piastrella concava è un frammento della superficie interna di una sfera. I toni principali utilizzati nell’opera – blu, verde intenso e bianco – ricordano le superfici del vicino lago Michigan e del fiume Chicago.

La valenza cinetica della superficie risiede nei flussi umani e ambientali dell’intorno. Visto da determinate angolazioni, il pattern rivela un vortice che sembra torcersi e accelerare a seconda dei movimenti degli spettatori. L’acciaio smaltato cattura dolcemente la luce del sole e le ombre al variare delle ore del giorno e della notte, quando l’opera, retroilluminata, emette lampi di luce attraverso gli interstizi tra le piastrelle.

 

Mineral sea – Movement is the principle behind the “Atmospheric Wave Wall”, expressly designed by the Olafur Eliasson studio for Willis Tower in Chicago. The work covers the wall with a metallic tile pattern based on Penrose tessellation, a model developed by the mathematician and physicist Sir Roger Penrose in the 1970s in the field of quantum physics.

Each concave tile is a fragment of the inner surface of a sphere. The main tones used in the work – blue, deep green and white – are reminiscent of the surfaces of nearby Lake Michigan and the Chicago River.

The kinetic value of the surface lies in the human and environmental flows around it. Seen from certain angles, the pattern reveals a vortex that appears to twist and accelerate as the viewers move. The enamelled steel softly captures the sunlight and shadows as the hours of the day and night change, when the backlit work emits flashes of light through the interstices between the tiles.