UNA FAMIGLIA VERDE E AZZURRA

ARCHITECTURE | CROSSBOUNDARIES

Family box è un complesso ricreativo polivalente fra un parco giochi coperto e un asilo per bambini fino a dodici anni, ma che risponde anche alle esigenze dei genitori. Si trova a Shanghai e ospita diversi tipi di attività: nuoto, musica, ballo, artigianato e cucina.

La struttura nasce da uno spazio commerciale abbandonato, con poca luce naturale e interrotto da numerosi pilastri. La rifunzionalizzazione avviene all’insegna del colore, anche se i volumi sono nettamente dominati dal bianco.

In base al nuovo progetto, curato dallo studio Crossboundaries, il primo e il secondo piano sono collegati visivamente da un verde brillante e fresco, in due tonalità. Dall’ingresso il volume della scala attira il visitatore, formando un chiaro percorso di circolazione verso la piscina al piano superiore.

Il verde si ripresenta nelle varie zone “specializzate”, spesso caratterizzate da forme asimmetriche, combinato con il turchese.

 

A green and blue family – Family box is a multipurpose recreational complex between an indoor playground and a kindergarten for children up to twelve years, but which also meets the needs of parents. It’s in Shanghai and hosts different types of activities: swimming, music, dancing, crafts and cooking.

The structure arises from an abandoned commercial space, with little natural light and interrupted by numerous pillars. The re-functionalization takes place in the name of color, even if the volumes are clearly dominated by white.

According to the new project, curated by the Crossboundaries studio, the first and second floors are visually connected by a bright and fresh two-tone green. From the entrance, the volume of the staircase attracts the visitor, forming a clear circulation path towards the swimming pool on the upper floor.

Green recurs in the various “specialized” areas, often characterized by asymmetrical shapes, combined with turquoise.

SORELLE DIVERSE

FURNITURE | TOM HANCOCKS

Nell’affollatissimo panorama dell’arredo contemporaneo, poche novità assumono un vero interesse. Fra queste troviamo sicuramente la collezione Sister Chair (sedia, poltroncine e divanetto), disegnata da Tom Hancocks, designer stanziato a New York, e prodotta da Dowel Jones, piccola azienda situata a Richmond (Australia), di cui lo stesso designer è originario.

La struttura in metallo tubolare viene lasciata a vista, diventando un vero elemento di identità, e verniciata a polveri epossidiche. Il tessuto, fornito da Kvadrat, è a scelta del cliente in base a una gamma vastissima di tinte unite. Non solo: nello stesso esemplare, diviso simmetricamente, si possono abbinare due colori diversi.

La personalizzazione avviene grazie a una divertente operazione combinatoria, che rende diverso un esemplare dall’altro, di cui il colore, dal più cupo al più brillante, è protagonista.

 

Different sisters – In the crowded panorama of contemporary furniture, few novelties take on real interest. Among these we certainly find the Sister Chair collection (chair, armchairs and sofa), designed by Tom Hancocks, a designer based in New York, and produced by Dowel Jones, a small company located in Richmond (Australia), of which the designer himself is a native.

The tubular metal structure is left exposed, becoming a true element of identity, and painted with epoxy powders. The fabric, supplied by Kvadrat, is chosen by the customer based on a very wide range of solid colors. Not only that: in the same item, symmetrically divided, two different colors can be matched.

Personalization takes place through a funny combinatorial operation, which makes one item different from another, of which the color, from the darkest to the brightest, is the protagonist.

TRA MODULARITÀ E VARIAZIONE

PAINTING | JOSH SPERLING

In campo pittorico, la geometria gioca sempre un ruolo di primo piano. Ne è un esempio eclatante il lavoro di Josh Sperling. Il giovane artista americano attinge al linguaggio della pittura minimalista degli anni ‘60 e ‘70, lavorando principalmente con tele sagomate su curve di livello. Parte da intricati supporti in compensato, su cui la tela viene tesa e dipinta in una tavolozza di colori a saturazione variabile, a volte contrastanti, a volte in gradazione.

Nella loro tridimensionalità, le sue opere sfumano i confini tra pittura e scultura, immagine e oggetto. Estraendo una vasta gamma di fonti, dal design alla storia dell’arte, Sperling ha creato un vocabolario visivo unico, notevole per la sua qualità espressiva e l’energia irrefrenabile.

Accanto alle opere a forma libera e sinuosa, troviamo le composizioni ritmiche qui presentate, le cui scelte cromatiche sono il frutto di uno studio attentissimo, specie sul fronte delle nuance.

 

Between modularity and variation – In the field of painting, geometry always plays a leading role. Josh Sperling’s work is a striking example. The young American artist draws on the language of minimalist painting of the 1960s and 1970s, working mainly with contoured canvases on contour lines. He starts from intricate plywood supports, on which the canvas is stretched and painted in a palette of colors with variable saturation, sometimes contrasting, sometimes in gradation.

In their three-dimensionality, his works blur the boundaries between painting and sculpture, image and object. By extracting a wide range of sources, from design to art history, Sperling has created a unique visual vocabulary, notable for its expressive quality and irrepressible energy.

Alongside the free-form and sinuous works, we find the rhythmic compositions presented here, whose chromatic choices are the result of a very careful study, especially in terms of nuances.

COLORE TRA LE ONDE

PAINTING | ERIN MILLER WRAY

Erin Miller Wray è un’artista e designer statunitense specializzata nel dipinto a mano, attiva soprattutto nel settore del branding. Collabora direttamente con i clienti per sviluppare, in chiave integrale, murales e lettering unici per contenuti aziendali, uso commerciale, pubblicità all’aperto, pagine social e arte pubblica.

Insomma, opere d’arte al servizio dell’impresa. Erin e il suo team creano dipinti unici nel loro genere per una clientela attenta a forme alternative di comunicazione; opere che l’artista ritiene possano sollecitare in clienti e spettatori un senso di appartenenza e di seduzione.

Tra i suoi lavori più originali, la capsule collection di surf che Erin ha decorato con i tipici motivi astratti per Thread Surfboards, che produce artigianalmente tavole-cult per gli appassionati dei tumulti oceanici.

Onde di colore tra le onde azzurre. Emozionanti nel mare, ma belli anche appesi alla parete.

 

Color among the waves – Erin Miller Wray is an American artist and designer specializing in hand painting, mainly active in the branding sector. You collaborate directly with customers to develop unique murals and lettering for corporate content, commercial use, outdoor advertising, social pages and public art in an integral way.

In short, works of art at the service of the company. Erin and her team create one-of-a-kind paintings for a clientele attentive to alternative forms of communication; works that the artist believes can elicit a sense of belonging and seduction in customers and viewers.

Among her most original works, the surf capsule collection that Erin has decorated with the typical abstract motifs for Thread Surfboards, which produces handcrafted cult-boards for fans of ocean turmoil.

Waves of color among the blue waves. Exciting in the sea, but also beautiful hanging on the wall.

COME VASI ROVESCIATI

ARCHITECTURE | HORMUZ

Lo studio iraniano Zav ha ultimato lo scorso anno la costruzione del Majara Residence, un villaggio davvero originale: 15 piccole case vacanza a tinte vibranti, pensate per accoglier i visitatori dell’isola di Hormuz, affacciata sul Golfo Persico. ⁠Questo nuovo insediamento turistico appare come un agglomerato un po’ biologico e un po’ tribale.

Il pensiero dei progettisti è molto chiaro, nonché saldamente legato all’identità del luogo: «Non si può cancellare il colore dall’isola di Hormuz, con la sabbia rossa delle sue spiagge che trasforma persino il blu del mare. Nemmeno quello dei suoi abitanti, per i quali i colori sono una forma di espressione, negli abiti, negli interni delle loro case e nel cibo».

Sul piano tipologico, le cupole richiamano i trulli pugliesi. Ma qui la ricerca cromatica è molto originale, dato che il colore inonda con asimmetria e casualità apparenti sia l’estradosso che l’interno, creando un paesaggio visivo di rara sensualità.

 

Like overturned pots – Last year, the Iranian studio Zav completed the construction of the Majara Residence, a really original village: 15 small holiday homes in vibrant colors, designed to welcome visitors to the island of Hormuz, overlooking the Persian Gulf. ⁠This new tourist settlement appears as a somewhat organic and a little tribal agglomeration.

The thinking of the designers is very clear, as well as firmly linked to the identity of the place: «You cannot erase the color from the island of Hormuz, with the red sand of its beaches that even transforms the blue of the sea. Not even that of its inhabitants, for whom colors are a form of expression, in clothes, in the interiors of their homes and in food ».

On the typological level, the domes recall the Apulian trulli. But here the chromatic research is very original, given that the color floods both the top surface and the interior with apparent asymmetry and randomness, creating a visual landscape of rare sensuality.

ECLISSI DI LANA

RUGS | HENNY VAN NISTELROOY

Il disegno della collezione di tappeti Eclipse dello Studio HVN (di Henny Van Nistelrooy) per la cinese TAN è stato ispirato dalla filosofia legata all’eclissi solare e lunare: due tappeti apparentemente sovrapposti tra loro realizzati in tre diverse forme e colori. Ogni pezzo traduce un diverso stadio dell’essere, che varia dal primo occultamento all’eclissi totale.

Il gioco dinamico è accentuato dal ricorso al doppio gradient cromatico compreso tra due tonalità di una stessa tinta, esaltando la sensualità del materiale e l’originalità degli schemi grafici che suddividono il tappeto (tondo, quadrato o rettangolare).

Gli esemplari sono realizzati a mano in Nepal da abili artigiani per un periodo di quattro mesi. Attraverso un processo di lavorazione di filati di lana nepalese, di tintura delle fibre e di annodatura a mano, i tappeti prendono vita all’insegna dell’alta qualità manifatturiera.

 

Eclipses of wool – The design of the Eclipse carpet collection by Studio HVN (by Henny Van Nistelrooy) for the Chinese company TAN was inspired by the philosophy linked to the solar and lunar eclipse: two apparently superimposed rugs made in three different shapes and colors. Each piece translates a different stage of being, which varies from the first concealment to the total eclipse.

The dynamic game is accentuated by the use of the double chromatic gradient between two shades of the same color, enhancing the sensuality of the material and the originality of the graphic patterns that divide the carpet (round, square or rectangular).

The items are handcrafted in Nepal by skilled craftsmen for a period of four months. Through a process of processing Nepalese wool yarn, dyeing the fibers and knotting by hand, life rugs are characterized by high manufacturing quality.

ARTE FUNZIONALE O FUNZIONALITÀ ARTISTICA?

FURNITURE | NORT STUDIO

Il lavoro di Nort Studio, struttura professionale con base ad Anversa, è da sempre orientato al disegno di elementi d’arredo con una forte carica iconografica, in cui geometrie pure si intrecciano con una ricerca cromatica molto originale, caratterizzata dal mix di tinte sature e contrastate.

Dopo avere dato vita a collezioni assai sofisticate, specie in tema di sedute, Jef De Brabander e Kathleen Opdenacker hanno creato LMNM III, che i designer belgi hanno definito “wall object”. Infatti essi lo lasciano in bilico tra arte e design, senza classificarlo in modo rigido. È un elemento da fissare al muro e da godere già grazie alla sua potenza figurativa, ma predisposto ad accogliere oggetti della quotidianità come libri, chiavi, occhiali, e tanto altro.

Il sistema è realizzato in legno e lastra di alluminio laccati attingendo a un’ampia palette cromatica.

 

Functional art or artistic functionality? – The work of Nort Studio, a professional workshop based in Antwerp, has always been oriented towards the design of furnishing elements with a strong iconographic power, in which pure geometries are intertwined with a very original chromatic research, characterized by the mix of saturated and contrasted colors.

After having created very sophisticated collections, especially in terms of seating, Jef De Brabander and Kathleen Opdenacker have created LMNM III, which the Belgian designers have defined as “wall objects”. In fact, they leave it in the balance between art and design, without classifying it in a rigid way. It is an element to be hanged to the wall and to be enjoyed already thanks to its figurative charge, but designed to accommodate everyday objects such as books, keys, glasses, and much more.

The system is made of wood and lacquered aluminum plate drawing on a wide color palette.

INCASTRI FAMOSI

FURNITURE | JOINT CHAIRS

La storia del design della sedia è sicuramente la più affollata rispetto alle altre tipologie di arredo. Qui vogliamo focalizzarci brevemente (e con un po’ di entusiasmo) sui modelli di sedute concepite e realizzate con pezzi di legno laccato incastrati fra loro. Proposte che hanno fatto epoca, sicuramente ispirati dalla poltrona di Rietveld (che però non prevede innesti, ma solo contatto delle tavole).

Niente colla né viti. Curiosamente, la tecnica costruttiva viene sempre sottolineata esaltata dal cambiamento cromatico tra un pezzo e l’altro. Tra intelligenza creativa e senso giocoso, vogliamo ricordare (nell’ordine) la Vilbert di Verner Panton per Ikea (1992, oggi quotatissima nei circuiti del vintage); la Bauchair Romano e Maria Seletti (1964); la Dry, disegnata da Massimo Morozzi per Giorgetti nel 1987 (in versione sedia e poltroncina); e infine la Okazaki, del maestro giapponese Shigeru Uchida (1995).

 

Famous joints – The history of chair design is certainly the most crowded compared to other types of furniture. Here we want to focus briefly (and with a little enthusiasm) on the seating models conceived and made with pieces of lacquered wood interlocked. Proposals that have made an era, certainly inspired by the Rietveld armchair (which however does not include grafts, but only contact with the tables).

No glue or screws. Curiously, the construction technique is always emphasized and enhanced by the chromatic change between one piece and another. Between creative intelligence and a playful sense, we want to recall (in order) Verner Panton’s Vilbert for Ikea (1992, now highly rated in the vintage circuits); the Bauchair Romano and Maria Seletti (1964); the Dry, designed by Massimo Morozzi for Giorgetti in 1987 (in chair and armchair versions); and finally the Okazaki, by the Japanese master Shigeru Uchida (1995).

FORZE DINAMICHE

SCULPTURE | ROBERTO GIACOMUCCI

Nel narrare la collezione di sculture “Dynamic Forces”, Roberto Giacomucci, designer anconetano di notevole calibro, attribuisce un valore primario alla freccia nera, attore principale delle opere, che spinge la materia a una variazione fisica.

Attraverso i programmi di renderizzazione – le opere sono solo virtuali – il mondo dei pixel si confronta con quello analogico grazie soprattutto al loro carattere giocoso e ai loro colori accesi, scelti in una tavolozza di tinte primarie sature e brillanti. Come presenze affini al cyberspazio dei videogames o alla grafica del fumetto, congelano il momento preciso in cui la materia subisce una variazione, fino a formare un ironico e divertente campionario di situazioni instabili, in movimento, che tendono a scompigliare e alterare la materia come solo chi la conosce così profondamente può divertirsi a fare, giocando con le sue consistenze e sfruttandone proprietà e caratteristiche specifiche.

 

Dynamic Forces – In narrating the collection of sculptures “Dynamic Forces”, Roberto Giacomucci, a designer from Ancona of considerable calibre, attributes a primary value to the black arrow, the main actor of the works, which pushes the material to a physical variation.

Through the rendering programs – the works are only virtual – the world of pixels is confronted with the analogue one thanks above all to their playful character and their bright colors, chosen from a palette of saturated and bright primary colors. Like presences similar to the cyberspace of videogames or to the graphics of comics, they freeze the precise moment in which the material undergoes a variation, to form an ironic and amusing sample of unstable situations, in movement, which tend to mess and alter the matter as only those who know it so deeply can have fun doing it, playing with its textures and exploiting its specific properties and characteristics.

LA STRADA IN UNA STANZA

STREET ART | COLORS FESTIVAL PARIS

Colors Festival Paris è il primo nella capitale francese: un edificio in Avenue de la République in attesa di ristrutturazione è stato rilevato da 45 artisti di strada, capitanati da Combo. Per questa prima edizione, Novaxia Investissement (azienda con una missione di investimento nel riciclo urbano) ha accolto questo progetto folle e innovativo (organizzato in sole 2 settimane) mettendo a disposizione dei writer due piani dell’edificio per un totale di 400 mq.

Ciascun artista si è “appropriato” di uno spazio (una porta, un angolo, un’intera stanza, un’alcova, una scala, ecc.) e lo ha invaso con installazioni coloratissime, in cui lo spettatore diventa attore nel quadro.

La sequenza continua di opere XXL che non lasciano libero un solo centimetro quadrato di pareti, soffitti e finiture, genera un luogo di espressione libera, una vera esperienza immersiva fruibile da pubblico fino al 30 giugno.

 

Colors Festival Paris is the first in the French capital: a building on Avenue de la République awaiting renovation has been taken over by 45 street artists, led by Combo. For this first edition, Novaxia Investissement (a company with an investment mission in urban recycling) welcomed this crazy and innovative project (organized in just 2 weeks) by making two floors of the building available to writers for a total of 400 square meters.

Each artist has “appropriated” a space (a door, a corner, a whole room, an alcove, a staircase, etc.) and has invaded it with colorful installations, in which the viewer becomes an actor in the painting.

The continuous sequence of XXL works that do not leave a single square centimeter of walls, ceilings and finishes free, generates a place of free expression, a true immersive experience that can be enjoyed by the public until June 30.