BAROCCO VITUALE

DIGITAL ART | VINH

Le avventure del colore proseguono anche nel digitale. Anziché costituire un limite alla sua formulazione e alla sua percezione, offre nuove possibilità espressive.

L’artista digitale Vinh va oltre l’architettura. Crea edifici irreali e mirabolanti grazie a Midjourney, una app particolarmente amata dai progettisti di nuova generazione alla ricerca di simulazioni strabilianti. E le elaborazioni di Vinh sfruttano al meglio le sue risorse: facciate a onde, scalinate vorticose e geometrie super-flessuose si sposano a soluzioni cromatiche di grande fascino.

L’artista australiano (ma di origini vietnamite) genera un paesaggio ultra-artificiale, da fiaba sintetica. Il colore non è un’aggiunta, ma co-protagonista di un immaginario fantastico, dove classico e moderno si fondono con armonia.

 

Virtual Baroque – The adventures of color also continue in the digital world. Instead of limiting its formulation and perception, it offers new expressive possibilities.

Digital artist Vinh goes beyond architecture. He creates unreal and amazing buildings thanks to Midjourney, an app particularly loved by new generation designers looking for amazing simulations. And Vinh’s elaborations make the most of his resources: wavy facades, swirling stairways and super-flexible geometries are combined with highly fascinating chromatic solutions.

The Australian artist (but of Vietnamese origins) generates an ultra-artificial landscape, like a synthetic fairy tale. Color is not an addition, but a co-protagonist of a fantastic imagination, where classic and modern blend harmoniously.

IL CERCHIO MAGICO

INTERIOR | MANUEL TOJAL

Per un progettista, il confronto con le preesistenze costituisce il perno di ogni occasione lavorativa. Lo sa bene anche Manuel Tojal, a capo di un attivissimo studio professionale in Portogallo.

Il dialogo tra vecchio e nuovo è esemplificato magistralmente da un recente lavoro a Lisbona, dove l’architetto è intervenuto in un appartamento di un edificio del XIX secolo. Egli mette a confronto tre entità distinte: l’involucro originale, che congela nel total white; la possente pavimentazione in grosse doghe di legno naturale; e infine gli inserti su progetto, a livello sia di finitura sia di arredo vero e proprio.

Questa terza parte è rigorosamente coordinata: legno laccato di verde chiaro (virato verso il giallo). È così che cucina, zoccolature, armadi e infissi conferiscono all’appartamento un’indiscutibile cifra unitaria, anche se lo snodo visivo dell’intero spazio è rappresentato dall’apertura circolare tra soggiorno e zona cottura.

 

The magic circle – For a designer, the comparison with pre-existing structures is the cornerstone of every working opportunity. Manuel Tojal is also well aware of this, as he heads a very active professional studio in Portugal.

The dialogue between old and new is masterfully exemplified by a recent work in Lisbon, where the architect intervened in an apartment in a 19th century building. He compares three distinct entities: the original casing, which freezes in total white; the mighty flooring in large natural wooden slats; and finally the custom-designed inserts, both in terms of finish and actual furnishings.

This third part is rigorously coordinated: light green lacquered wood (with a yellow tint). This is how the kitchen, plinths, wardrobes and fixtures give the apartment an indisputable unitary figure, even if the visual hub of the entire space is represented by the circular opening between the living room and the cooking area.

TUFFO NELL’ARCOBALENO

SITE SPECIFIC | FELIPE PANTONE

La costa mediterranea della Spagna si arricchisce di una nuova meraviglia. Alcuni mesi fa è stato affidato a Felipe Pantone l’incarico di disegnare il rivestimento di una piscina privata. Per la villa, candida e ultramoderno, l’artista ispanico concepisce un elemento molto contrastante e magico.

Il fondo e i lati della vasca vengono rivestiti da piccole piastrelle seguendo un disegno insolito: un gradient centrico costituito da bianco e da colori elementari, che sfumano fra loro a mo’ di pixel. Sotto il sole di Jávea, tra Valencia e Alicante, questo disegno produce un effetto addirittura psichedelico.

Rispetto a un paesaggio naturale forte e coinvolgente, Pantone crea un’installazione dal carattere decisamente sintetico, suggestionato dalla grafica digitale e optical, che a tutti gli effetti è il perno della sua ricerca artistica.

 

Dive into the rainbow – The Mediterranean coast of Spain is enriched by a new marvel. Felipe Pantone was entrusted with the task of designing the cladding of a private swimming pool a few months ago. For the villa, candid and ultra-modern, the Hispanic artist conceives a very contrasting and magical element.

The bottom and sides of the tub are covered with small tiles following an unusual design: a central gradient made up of white and elementary colours, which blend together like pixels. Under the sun of Jávea, between Valencia and Alicante, this drawing produces an even psychedelic effect.

Compared to a strong and engaging natural landscape, Pantone creates an installation with a decidedly synthetic character, influenced by digital and optical graphics, which to all intents and purposes is the pivot of his artistic research.

UNA SEDIA INTELLIGENTE

FURNITURE | HARRY THALER

Progettare una sedia, si sa, è la sfida più ardua per un designer. Eppure resta il tema più gettonato, nonostante la miriade di proposte che si sono susseguite nel corso dei secoli e soprattutto con l’avvento dell’industrializzazione.

Nonostante ciò, il modello disegnato da Harry Thaler per Nils Holger Moormann rappresenta una delle idee più brillanti del nuovo millennio. Pressed Chair è ottenuta attraverso lo stampaggio a freddo di una lastra di alluminio spessa 2,5 mm, che permette di creare sia la sagoma che le nervature di rinforzo.

Nasce così un manufatto dalle forme un po’ robotiche, eleganti e soprattutto contemporanee.

Il catalogo colori, in uso in fase di smaltatura, è davvero strepitoso. Le tinte luminose e brillanti possono essere godute proprio attraverso la nostra gallery.

 

An intelligent chair – Designing a chair is known to be the most difficult challenge for a designer. Yet it remains the most popular theme, despite the myriad of proposals that have followed one another over the centuries and especially with the advent of industrialization.

Despite this, the model designed by Harry Thaler for Nils Holger Moormann represents one of the brightest ideas of the new millennium. Pressed Chair is obtained through the cold forging of a 2.5 mm thick aluminum plate, which allows to create both the shape and the reinforcing ribs.

Thus was born a product with somewhat robotic, elegant and above all contemporary shapes.

The color catalog used during the glazing phase is truly amazing. The bright and brilliant hues can be enjoyed right through our gallery.

SPAZIO ROBOTICO

INTERIOR | UR BUREAU

In una località non ancora precisata, Rustem Urazmetov, titolare di UR Bureau, ha disegnato un appartamento davvero singolare. Insieme al suo team, ha ideato un interno bianco minimalista, animato da sfumature di colori brillanti che si intrecciano in ogni stanza.

Urazmetov ha utilizzato una sequenza continua di sfumature di verde, turchese, blu e viola per collegare diversi accenti cromatici presenti all’interno di ogni singola stanza. Il flusso regolare di toni vibranti è supportato dalla forma aerodinamica dei mobili e dalle variazioni geometriche delle pareti. In alcune aree, come i bagni, un solo colore caratterizza l’intero locale.

L’architetto concepisce il paesaggio domestico in chiave still-life, dal sapore un po’ asettico e un po’ avveniristico, dove ogni gradient occupa un preciso ruolo percettivo e prospettico. Egli persegue un equilibrio tra le parti trattando a pari merito arredi e superfici.

 

Robotic space – In an as yet unspecified location, Rustem Urazmetov, owner of UR Bureau, has designed a truly singular apartment. Together with his team, he came up with a minimalist white interior, enlivened by shades of bright colors that intertwine in every room.

Urazmetov used a continuous sequence of shades of green, turquoise, blue and purple to connect different color accents present within each individual room. The smooth flow of vibrant tones is supported by the streamlined shape of the furniture and the geometric variations of the walls. In some areas, such as bathrooms, a single color fills the entire room.

The architect conceives the domestic landscape in a still-life key, with a somewhat aseptic and somewhat futuristic flavor, where each gradient occupies a precise perceptive and perspective role. He pursues a balance between the parties by treating furnishings and surfaces on an equal footing.

L’ANELLO DI FUOCO

ARCHITECTURE | CHENGDU

Chengdu, metropoli cinese dalla forte vocazione finanziaria e commerciale, può essere considerata la capitale mondiale dei ponti pedonali.

Il Jiaozi Ring è il primo cavalcavia con funzioni multiple nel paese del Dragone. Inaugurato nel 2021, caratterizza il distretto delle Tianfu Twin Towers sia di giorno (grazie al colore rosso fiamma tipico della tradizione cinese) sia di notte (per lo spettacolo di luci).

Il ponte paesaggistico, destinato a pedoni e ciclisti, ha un diametro interno di 90 metri e un diametro esterno di 110 metri. Si colloca, a mo’ di raccordo anulare, a cavallo di un incrocio particolarmente complesso e nevralgico. Sul pavimento, la fascia in cemento blu è destinata ai ciclisti.

Il Jiaozi Ring è avvolto da una struttura reticolare dalle forme fluide e flessuose. Oltre a generare uno spettacolo di luci, costituisce un ottimo punto di osservazione rispetto ai grattacieli circostanti.

 

The fire ring – Chengdu, a Chinese metropolis with a strong financial and commercial vocation, can be considered the world capital of pedestrian bridges.

Jiaozi Ring is the first overpass with multiple functions in the country of Dragon. Inaugurated in 2021, it characterizes the Tianfu Twin Towers district both during the day (thanks to the flame red color typical of the Chinese tradition) and at night (due to the light show).

The landscaped bridge, intended for pedestrians and cyclists, has an internal diameter of 90 meters and an external diameter of 110 meters. It is located, like a ring jonction, straddling a particularly complex and crucial road intersection. On the floor, the blue concrete band is intended for cyclists.

The Jiaozi Ring is wrapped in a reticular structure with fluid and supple shapes. In addition to generating a light show, it is an excellent observation point with respect to the surrounding skyscrapers.

MASSIMALISMO SELVAGGIO

FASHION | KANSAI YAMAMOTO

Fuori dalle regole e dai ritmi del fashion system, Kansai Yamamoto ha operato sempre all’insegna della libertà espressiva e della fantasia pura. La sua attività ha segnato l’evoluzione della moda tra gli anni ’70 e ’90, in un contesto – il Giappone – e in un periodo fortemente inclini alla sperimentazione.

Il suo linguaggio si impernia su una figurazione stilizzata, mentre il suo immaginario esplosivo oscilla in senso circolare tra il pop occidentale, i manga nipponici e la tradizione folk. Per questo i suoi abiti non possono che essere inondati da colori accesi, a contrato, senza precisi codici tonali. Difatti le creazioni di Kansai – si firmava semplicemente con il nome di battesimo – si ispirano al concetto di “basara” (“massimalismo selvaggio).

Possiamo affermare che abbia codificato ante-litteram il filone Pop della moda, in netto anticipo sui tempi rispetto a moltissimi colleghi, costruendo un mondo estetico realmente e organicamente “popolare”.

 

Wild maximalism – Outside the rules and rhythms of the fashion system, Kansai Yamamoto has always worked under the banner of freedom of expression and pure imagination. Her activity marked the evolution of fashion between the 70s and 90s, in a context – Japan – and in a period strongly prone to experimentation.

Her language hinges on a stylized figuration, while her explosive imagery oscillates in a circular sense between Western pop, Japanese manga and folk tradition. For this reason, her clothes can only be flooded with bright, contrasting colours, without precise tonal codes. In fact, Kansai’s creations – she signed herself simply with her first name – are inspired by the concept of “basara” (“wild maximalism”).

We can say that he codified the Pop trend of fashion ante-litteram, well ahead of the times compared to many colleagues, building a truly and organically “popular” aesthetic world.

OPTICAL FUNZIONALISTA

ART | ENMANUEL MASTROIANNI

Oramai la distanza tra arte contemporanea e progettazione digitale è pari a zero. Lo dimostra anche il lavoro di Enmanuel Mastroianni, che contamina la creazione architettonica con quella del manufatto artistico.

Ma non solo. In Plano Virtual l’artista (venezuelano, classe 1990) si avvicina alle esperienze dell’Arte Programmata e Cinetica, ovvero dell’avanguardia degli anni ’60. Innanzitutto quest’opera, un po’ come tutta la produzione di Mastroianni, si pone a crinale tra scultura e arredo: il gioco di sporgenze e rientranze suggerisce una sue funzionalizzazione, come se fosse un room divider.

Il manufatto è costituito da decine di tubolari in verro e da lastre in acrilico. La verniciatura dei tondini in rosa shocking, accostato alle tinte esplosive dei pannelli trasparenti, determina un effetto assai audace, frutto anch’esso di un’espressività pienamente digitale.

 

Optical functionalist – By now the distance between contemporary art and digital design is zero. This is also demonstrated by the work of Enmanuel Mastroianni, who contaminates architectural creation with that of the artefact.

But not only. In Plano Virtual the artist (Venezuelan, born in 1990) approaches the experiences of Programmed and Kinetic Art, or the avant-garde of the 60s. First of all this work, a bit like all of Mastroianni’s production, is placed on the ridge between sculpture and furniture: the play of protrusions and recesses suggests its functionalization, as if it were a room divider.

The artifact is made up of dozens of boar tubes and acrylic plates. The painting of the rods in shocking pink, combined with the explosive colors of the transparent panels, determines a very bold effect, also the result of a fully digital expressiveness.

RITMO, UNIFORMITÀ E VARIAZIONE

PAINTING | STANLEY WHITNEY

Fra le esposizioni collaterali alla recente Biennale di Venezia, ricordiamo quella dedicata a Stanley Whitney.

Nell’opera dell’ artista americano (ma trapiantato in Italia) il colore diventa ritmo. Egli si esprime costantemente attraverso bande geometriche e abbinamenti cromatici. Oramai le sue griglie, che ricorrono in quasi tutti i suoi lavori, sono un gesto oramai automatico e spontaneo. Nasce così uno spartito visivo in cui le tinte si susseguono in chiave intuitiva, come in un componimento della musica barocca. Al primo colpo le sue superfici appaiono razionali e schematiche, ma è il colore, in tutte le sue variazioni contrappuntistiche, a rivelare una forte gestualità.

Le opere di Whitney sono un esempio di forte identità visiva declinata in base alla variabilità della materia cromatica e della pennellata, veri elementi emozionali.

 

Rhythm, uniformity and variation – Among the collateral exhibitions at the recent Biennale di Venezia, we recall the one dedicated to Stanley Whitney.

In the work of the American artist (but transplanted in Italy) color becomes rhythm. He constantly expresses himself through geometric bands and color combinations. By now his grids, which recur in almost all of his works, are now an automatic and spontaneous gesture. Thus was born a visual score in which the colors follow one another in an intuitive key, as in a composition of Baroque music. At first glance, his surfaces appear rational and schematic, but it is the colour, in all its contrapuntal variations, that reveals a strong gesture.

Whitney’s works are an example of a strong visual identity declined on the basis of the variability of the chromatic material and the brushstroke, true emotional elements.

IMPRONTE SULLA MATERIA

CERAMICS | COBALT & KIN

Formatasi come incisore al Sydney College of the Arts, Chrystie Longworth è stata poi ossessionata dall’argilla, tanto da esplorarne, negli ultimi 15 anni, le sue infinite possibilità.

Il suo marchio Cobalt & Kin è stato forgiato con il mantra “Treasures Worth Keeping”, dove tutti i pezzi sono intrisi di una sensazione di fatto a mano.

Non interessata a competere con la “perfezione” degli oggetti realizzati a macchina, Chrystie è più interessata ai piccoli dettagli che fanno cantare davvero un manufatto.

Anche la collezione di stoviglie proposta di recente rivela questo approccio all’artigianato. Per la realizzazione di piatti, vassoi e ciotole la designer ha rinunciato a ogni strumento meccanico, tornio in primis. Il suo codice espressivo risiede proprio nella irregolarità e nella varietà cromatica, amplificata dalle impronte dei polpastrelli che fanno vibrare la materia.

 

Fingerprints on material – Trained as an engraver at the Sydney College of the Arts, Chrystie Longworth has since become obsessed with clay, so much so that she has been exploring its infinite possibilities over the past 15 years.

Her brand Cobalt & Kin has been forged with the “Treasures Worth Keeping” mantra, where all her pieces are infused with a handmade feel.

Not interested in competing with the “perfection” of machine-crafted objects, Chrystie is more interested in the little details that really make an artifact sing.

The recently proposed tableware collection also reveals this approach to craftsmanship. For the creation of plates, trays and bowls, the designer has renounced any mechanical tool, especially the lathe. Her expressive code lies precisely in the irregularity and chromatic variety, amplified by the imprints of the fingertips that make the material vibrate.