L’ASTRONAVE DI BELLEZZA

INTERIOR | BEIJING

IS Architecture and Design ha creato un parrucchiere e una spa cosmetica a Pechino con interni color avocado ispirati al design dell’era spaziale.

Ego Hair Salon è stato progettato per avere un’atmosfera futuristica e allo stesso tempo abbracciare visivamente la natura circostante.

Difatti lo studio ha tratto ispirazione dal fogliame degli alberi circostanti nella scelta del verde avocado brillante, usato per coprire sia le pareti che le altre superfici. La tinteggiatura è stata applicata su un intonaco a grana grossa, che aggiunge morbidezza all’interno della “navetta spaziale”.

Lo stile futuristico coinvolge anche l’arredo, a partire dal bancone della reception curvo rifinito nella stessa tinta avocado, dalle lampade mushroom e dalla una grande plafoniera a cupola definita dai progettisti come un “sole acrilico artificiale”.

Le sale per trattamenti private utilizzano una tavolozza di colori ocra per differenziarle dallo spazio generale del salone, fra cui spicca il color arancio dei divani.

 

Beauty spaceship – IS Architecture and Design created a hair salon and cosmetic spa in Beijing with avocado green interiors inspired by space age design.

Ego Hair Salon was designed to have a futuristic vibe and at the same time visually embrace the surrounding nature.

In fact, the studio drew inspiration from the foliage of the surrounding trees in the choice of bright green, used to cover both the walls and other surfaces. The paint was applied to a coarse-grained plaster, which adds softness to the interior of the “space shuttle”.

The futuristic style also involves the furnishings, starting with the curved reception counter finished in the same tint, the mushroom lamps and a large domed ceiling light defined by the designers as an “artificial acrylic sun”.

The private treatment rooms use an ocher color palette to differentiate them from the overall salon space, among which the orange color of the sofas stands out.

ESPORRE IL COLORE

ARCHITECTURE | GRONINGER MUSEUM

La nuova sede del Museo di Groningen, nei Paesi Bassi, rappresenta una delle opere architettoniche più note di Alessandro Mendini, specialmente nel contesto internazionale. Inaugurata nel 1994, costituisce un esempio di museografia postmoderna: lo spazio espositivo come luogo di intrattenimento e di esperienza collettiva, al di là delle opere in esso contenute.

Possiamo dire che questo complesso, che forma una vera e propria isola artificiale lungo il Verbindingskanaal, ha anticipato la generazione attuale degli edifici pubblici ad alta carica cromatica, tanto sulle facciate quanto negli spazi interni.

Tinte unite sono alternate ai pattern a mosaico o stampati su laminato. Il booklet cromatico è assai esteso, molto contrastato, e vede abbinati colori squillanti e nuance pastello.

Insomma, è un museo che espone sé stesso, diventando momento di aggregazione sociale e urbana.

 

Expose the color – The new seat of the Museum of Groningen, in the Netherlands, represents one of Alessandro Mendini’s best-known architectural works, especially in the international context. Inaugurated in 1994, it is an example of postmodern museography: the exhibition space as a place of entertainment and collective experience, beyond the works it contains.

We can say that this complex, which forms a real artificial island along the Verbindingskanaal, anticipated the current generation of highly chromatic public buildings, both on the facades and in the interior spaces.

Solid colors alternate with mosaic patterns or printed on laminate. The chromatic booklet is very extensive, very contrasted, and combines bright colors and pastel shades.

In short, it is a museum that exhibits itself, becoming a moment of social and urban aggregation.

ROSSO, BIANCO, E NON SOLO…

VISUAL IDENTITY | TENUTA BRICCO SAN GIORGIO

Per un grafico, una delle sfide più ardue è sicuramente il progetto delle etichette per le bottiglie di vino, poiché deve mediare tra un immaginario popolare piuttosto consolidato (e comunque conservatore) e la contemporaneità.

quella sfida è superata brillantemente dal designer Marco Barbero, che di recente ha messo a punto l’immagine grafica dei vini della Tenuta Bricco San Giorgio. L’azienda astigiana si avvale ora di uno strumento visivo particolarmente elegante, capace di coniugare l’identità il gusto con un linguaggio moderno e accattivante, comunque interprete di una qualità indiscutibile.

Per ogni etichetta, Barbero adotta griglie geometriche simili fra loro, però associate a specifiche palette di colori: tinte fredde per i vini bianchi, tinte calde per i rossi. Il pattern è completato da dettagli dorati, che richiama il legame del prodotto con la nobile tradizione del territorio.

 

Red, white, and more… – For a graphic designer, one of the most difficult challenges is certainly the design of labels for wine bottles, since it must mediate between a rather consolidated (and in any case conservative) popular imagination and contemporaneity.

That challenge is brilliantly overcome by designer Marco Barbero, who recently fine-tuned the graphic image of the wines of the Bricco San Giorgio estate. The Asti-based company now uses a particularly elegant visual tool, capable of combining identity and taste with a modern and captivating language, however the interpreter of an indisputable quality.

For each label, Barbero adopts similar geometric grids, but associated with specific color palettes: cold colors for white wines, warm colors for reds. The pattern is completed by golden details, which recalls the link of the product with the noble tradition of the area.

PERLINE COME PIXEL

JEWEL | YAWANAWÁ

Questi braccialetti realizzati a mano dalle donne della tribù Yawanawá ad Acri, in Brasile, sono un’incredibile opera di artigianato e abilità. Ogni modello presenta disegni geometrici a carattere cosmologico.

Gli Yawanawá sono insediati nel cuore della foresta amazzonica e traducono in questi piccoli manufatti l’estetica di un luogo magico, impervio, dove la natura regala suggestioni cromatiche uniche al mondo.

Migliaia di minuscole perline in pasta di vetro, assemblate su appositi telai, compongono questi polsini unisex. Ogni pezzo è diverso dall’altro, ma sono tutti accomunati dalle splendide (e infinite) combinazioni tra geometria e colore: numerose tinte a contrasto, ma anche giochi di gradazioni.

Nonostante rappresentino artefatti tipicamente indigeni, questi braccialetti sono esportati in tutto il mondo, a conferma della veloce produttività di questo nucleo etnico.

 

Beads as pixels – These bracelets handcrafted by the women of the Yawanawá tribe in Acre, Brazil, are an incredible work of craftsmanship and skill. Each model features geometric designs with a cosmological character.

The Yawanawá have settled in the heart of the Amazon rainforest and translate the aesthetics of a magical, impervious place into these small artifacts, where nature offers unique chromatic suggestions in the world.

Thousands of tiny glass paste beads, assembled on special frames, make up these unisex cuffs. Each piece is different from the other, but they all share the splendid (and infinite) combinations of geometry and color: numerous contrasting colors, but also plays of gradations.

Despite representing typically indigenous artifacts, these bracelets are exported all over the world, confirming the fast productivity of this ethnic nucleus.

UNO SQUARCIO VIOLA

INTERIOR | MOSCA

Un appartamento prevalentemente bianco, dal sapore brutalista. Poi, dietro a una porta, un piccolo mondo a parte, dirompente, perfino psichedelico.

Nel progetto di questa casa a Mosca, Maxim Kashin disegna un vero e proprio percorso visivo. Dopo avere esperito uno spazio asimmetrico e inondato da luce naturale e uniforme, nel bagno l’osservatore trova un linguaggio completamente ribaltato: una scena completamente viola, con parabole di luce che modulano sofisticate gradazioni cromatiche.

Nonostante la ristrettezza della stanza, ogni sorgente (a incasso, lineare o nascosta nei risvolti del controsoffitto) gioca un ruolo ben preciso nella creazione di infinite nuance comprese tra il viola tramonto e il fucsia, amplificate dallo specchio.

La potenza di questa atmosfera, che richiama un club glamour o una spa, è accentuata dalla bellezza del marmo venato del lavabo e della vasca.

 

A purple gash – A predominantly white apartment with a brutalist taste. Then, behind a door, a small world apart, disruptive, even psychedelic.

In the design of this house in Moscow, Maxim Kahin designs a real visual path. After experiencing an asymmetrical space flooded with natural and uniform light, in the bathroom the observer finds a completely overturned language: a completely purple scene, with parabolas of light that modulate sophisticated chromatic shades.

Despite the narrowness of the room, each source (recessed, linear or hidden in the flaps of the false ceiling) plays a very specific role in the creation of infinite nuances ranging from sunset purple to fuchsia, amplified by the mirror.

The power of this atmosphere, which recalls a glamorous club or spa, is accentuated by the beauty of the veined marble of the washbasin and tub.

INTENSI, MA NON TROPPO

INTERIOR | ROBERTO BACIOCCHI

L’architetto Roberto Baciocchi, autore delle boutique Prada in tutto il mondo, vive in un’antica casa ad Arezzo. L’architettura originale, arredata con elementi che abbracciano oltre tre secoli, è contraddistinta da finiture sofisticate e sottili, che dialogano con l’affascinante patina dell’edificio.

Tuttavia, il tema di principale interesse riguarda le applicazioni cromatiche delle pareti e dell’arredo. Baciocchi opta per colori audaci ma non violenti: ogni tinta si amalgama con le preesistenze grazie a superfici leggermente disomogenee e chiazzate, che disegnano forme asimmetriche. Questi colori… decolorati trascinano l’occhio verso i soffitti affrescati o a cassettoni, dato che le stanze sono molto alte.

Una arco stilistico e cromatico decisamente ampio ma capace di approdare a una sintesi coerente e originale.

 

Intense, but not too much – Architect Roberto Baciocchi, designer of Prada stores around the world, lives in an old house in Arezzo. The original architecture, furnished with elements spanning over three centuries, is characterized by sophisticated and subtle finishes, which interact with the fascinating patina of the building.

However, the theme of main interest concerns the chromatic applications of the walls and furnishings. Baciocchi opts for bold but non-violent colors: each color blends with the pre-existing ones through to slightly uneven and mottled surfaces, which draw asymmetrical shapes. These colors… bleached draw the eye towards the frescoed or coffered ceilings, since the rooms are very high.

A decidedly wide stylistic and chromatic arc but capable of arriving at a coherent and original synthesis.