FIORE DI LEGNO

FURNITURE | MEDULUM

Un piano in legno sorretto da archi in acciaio: sono questi gli elementi, puri ed essenziali, che compongono il tavolo Archie disegnato da Serena Confalonieri per Medulum.

Ispirandosi alla traiettoria degli oggetti che rimbalzano, la designer realizza una base dinamica e leggera, una danza di movimenti sinuosi e di richiami alle forme classiche degli archi.

Il piano in legno, solido e importante, si appoggia su questo gioco di linee dando vita a un elegante contrasto e conferendo all’oggetto una stabilità sia estetica che formale.

Pensato per ambienti domestici, ma anche per progetti contract ai quali conferire forte identità stilistica, Archie viene proposto in due versioni e due opzioni cromatiche. Pensato in versione ovale o rotonda, il piano è disponibile nella variante a tinta unita oppure in quella decorata, con una grafica multicolor desaturata, lavorata a intarsio, che riprende il concept e le forme della struttura.

 

Wooden flower – A wooden top supported by steel arches: these are the pure and essential elements that make up the Archie table designed by Serena Confalonieri for Medulum.

Inspired by the trajectory of bouncing objects, the designer creates a dynamic and light base, a dance of sinuous movements and references to the classic forms of arches.

The solid and important wooden top rests on this play of lines, creating an elegant contrast and giving the object both aesthetic and formal stability.

Designed for domestic environments, but also for contract projects to which to give a strong stylistic identity, Archie is offered in two versions and two color options. Designed in an oval or round version, the top is available in the plain color or in the decorated one, with desaturated multicolor graphics, worked in inlay, which incorporates the concept and shapes of the structure.

TRA ARTE E URBANISTICA

LANDSCAPE | CERGY-PONTOISE

L’Axe Majeur di Cergy-Pointoise, città a nord-ovest di Parigi, è un tracciato ciclopedonale che trae inizio dal quartiere residenziale progettato da Ricardo Bofill e orientato (topograficamentre e visivamente) alla capitale. L’intero complesso costituisce una delle espressioni più evidenti dell’urbanistica postmoderna, in cui il linguaggio architettonico rispecchia le forme dell’urbanistica e del disegno del paesaggio francesi dell’età barocca.

A tutt’oggi quel percorso rettilineo rappresenta un intervento assai incisivo in termini di landscape design. Dopo aver attraversato l’esedra, un parco, un’esplanade, un’installazione a 12 colonne e un altro parco, l’Axe scavalca il fiume Oise mediante una passerella rossa, costruita a partire dal 1980 in Val-d’Oise su progetto dell’artista israeliano Dani Caravan.

Concepito come un ponte sia letterale che figurato, inquadra sia il paesaggio naturale che gli elementi artificiali grazie anche all’uso del colore rosso nella versione più brillante, che riveste i parapetti e le grandi cornici distribuite in tutta la sua lunghezza.

 

Between art and urbanism – The Axe Majeur in Cergy-Pointoise, a city north-west of Paris, is a cycle/pedestrian path that starts from the residential district designed by Ricardo Bofill and oriented (topographically and visually) to the capital. The entire complex constitutes one of the most evident expressions of postmodern urbanism, in which the architectural language reflects the forms of French urban planning and landscape design of the Baroque age.

To this day, that straight path represents a very incisive intervention in terms of landscape design. After crossing the exedra, a park, an esplanade, an installation with 12 columns and another park, the Axe crosses the river Oise by means of a red footbridge, built starting in 1980 in Val-d’Oise on a project by the Israeli artist Dani Caravan.

Conceived as a bridge both literal and figurative, it frames both the natural landscape and the artificial elements thanks also to the use of red in the brightest version, which covers the parapets and large frames distributed throughout its length.

È ARRIVATO IL CIRCO

FASHION | MOSCHINO

Il principale campo di applicazione (e di studio) del colore è sicuramente quello del fashion. E Moschino ribadisce questa attitudine nella collezione pre-fall 2022 che, già al suo recentissimo lancio, ha destabilizzato gli osservatori del settore.

Le linee dei capi sono ispirate al mondo del circo tradizionale. Ma Jeremy Scott, il direttore creativo della maison milanese, sceglie di sovradimensionare le tinte portandole in una dimensione delirante e ipnotica.

È sufficiente uno sguardo allo slideshow della collezione per coglierne l’indirizzo iper-pop e per essere travolti dalle cromie vibranti. Nel clash visivo e nell’euforia espressiva, non possiamo trascurare il coraggio nel riaffermare il potere evocativo del colore, tra richiami bollywoodiani, fumettistici e psichedelici.

La palette contamina ogni cosa, dalle borsette iconiche ai giubbini in pelle, fino ai capi da uomo, ben più difficili da conquistare.

 

The circus has arrived – The main field of application (and study) of color is certainly that of fashion. And Moschino reaffirms this attitude in the pre-fall 2022 collection which, already at its very recent launch, has destabilized the observers of the sector.

The lines of the garments are inspired by the world of the traditional circus. But Jeremy Scott, the creative director of the Milanese fashion house, chooses to stress the tints, bringing them into a delirious and hypnotic dimension.

A glance at the slideshow of the collection is enough to grasp its hyper-pop address and to be overwhelmed by the vibrant colors. In the visual clash and expressive euphoria, we cannot neglect the courage in reaffirming the evocative power of color, amidst Bollywood, comics and psychedelic references.

The palette contaminates everything, from iconic handbags to leather jackets, to menswear, much more difficult to conquer.

TUNNEL SENSORIALE

LIGHT ART | HOUSTON

“A volte un movimento sotterraneo è un ponte illuminato” è un’installazione site-specific nel tunnel che collega il Nancy and Rich Kinder Building e la Glassell School of Art al Museum of Fine Arts di Houston.

L’opera, progettata dallo Studio Olafur Eliasson, è composta da venti strutture poliedriche luminose. Ogni elemento contiene tre sorgenti a monofrequenza che emettono una lunghezza d’onda stretta di luce gialla, limitando la gamma spettrale alle sfumature di giallo e grigio. Questa scelta tecnica aumenta la capacità di percezione dei visitatori, dotandoli di un senso di visione iperdettagliata.

In due punti dei lucernari consentono l’accesso della luce naturale, filtrata da lastre di vetro viola, il cui effetto cambia costantemente in base alle condizioni ambientali esterne.

All’uscita, gli spettatori percepiscono il mondo in sfumature bluastre, una reazione automatica dell’occhio all’intensa stimolazione ottica dell’ambiente giallo.

 

Sensitive tunnel – “Sometimes an underground movement is an illuminated bridge” is a site-specific installation in the tunnel that connects the Nancy and Rich Kinder Building and the Glassell School of Art to the Museum of Fine Arts in Houston.

The work, designed by Studio Olafur Eliasson, is made up of twenty luminous polyhedral frames. Each element contains three mono-frequency sources that emit a narrow wavelength of yellow light, limiting the spectral range to shades of yellow and gray. This technical choice increases the perception capacity of visitors, endowing them with a sense of hyper-detailed vision.

In two points, as many skylights allow the access of natural light, filtered by sheets of purple glass, the effect of which changes constantly according to the external environmental conditions.

Upon exiting, viewers perceive the world in bluish shades, an automatic reaction of the eye to the intense optical stimulation of the yellow environment.

ROSA E IMPERSONALE…

RETAIL | JACQUEMUS

… ma anche celere e virale. Questi sono i tratti caratteristici della nuova invenzione commerciale (e comunicativa) dello stilista francese Simone Jacquemus, che ha appena presentato un nuovo concept store a Parigi.

Lo shop, aperto solo dal 3 al 5 dicembre scorsi a due passi dal Louvre, è stato dedicato esclusivamente alla nuova Bambino Long Bag, oltretutto presente in un solo colore: il rosa shocking. Ispirato ai negozi automatici h24 dedicati a cibo e bevande confezionati, il pop-up store è rimasto aperto a tutte le ore del giorno e della notte.

Quella stessa nuance ha inondato sia lo storage – decine di bacheche modulari, gestite mediante touch screen – sia la vetrina, affacciata sulla discreta rue Richelieu.

La cromaticità Instagram-friendly, la sovversione del format iper-comune e spesso anonimo del negozio automatico e il superamento del concetto classico della boutique, fanno di questo esperimento la nuova frontiera dello shopping.

 

Pink and impersonal – … But also fast and viral. These are the characteristic features of the new commercial (and communicative) invention of the French designer Simone Jacquemus, who has just presented a new concept store in Paris.

The shop, open only from 2 to 4 December close to the Louvre, was dedicated exclusively to the new Bambino Long Bag, moreover present in only one color: shocking pink. Inspired by the 24-hour automatic shops dedicated to packaged food and drinks, the pop-up store remained open at all hours of the day and night.

That same nuance flooded both the storage – dozens of modular showcases, managed by touch screens – and the shop window, overlooking the discreet rue Richelieu.

The Instagram-friendly chromaticity, the subversion of the hyper-common and often anonymous format of the automatic shop and the overcoming of the classic concept of the boutique, make this experiment the new frontier of shopping.

COLORI D’AFRICA

DECORATION | BOGO JA

Dal 2014, il festival Bogo Ja è il cuore vitale di Siby, un villaggio del Mali, che attira un pubblico addirittura internazionale.

Bogo Ja ruota attorno a un concorso per la decorazione di edifici della tradizione locale. L’iniziativa promuove l’arte pittorica sui muri di terra battuta, di cui le donne sono artefici esclusive.

A fine lavori, il villaggio si presenta come un’emozionante installazione di motivi geometrici realizzati rigorosamente a mano e campiti con le tonalità calde tipiche dei paesaggi africani, ovvero i rosa, i gialli, i rossi e un ampio spettro di marroni.

Al festival Bogo Ja gli uomini immagazzinano il grano, ma solo le donne possono partecipare al concorso di pittura. Ognuna può scegliere il pattern e le nuance, ma la pittura deve essere applicata sui mattoni di fango. Niente cemento.

A ogni edizione vengono realizzate oltre 400 opere, su qualunque tipologia di costruzione. Poi la pioggia le lava via e l’anno successivo le donne ricominciano.

Colours of Africa – Since 2014, the Bogo Ja festival has been the vital heart of Siby, a village in Mali, which attracts an even international audience.

Bogo Ja revolves around a competition for the decoration of traditional local buildings. The initiative promotes the art of painting on clay walls, of which women are the exclusive creators.

At the end of the work, the village looks like an exciting installation of geometric patterns made strictly by hand and filled with the warm tones typical of African landscapes, namely pinks, yellows, reds and a wide spectrum of browns.

At the Bogo Ja festival, men store grain, but only women can participate in the painting contest. Everyone can choose the pattern and the nuances, but the paint must be applied on the mud bricks. No concrete.

At each edition, over 400 works are created, on any type of construction. Then the rain washes them away and the following year the women start again.