COME UN LEGO

URBANISM | KIEV

È risaputo che l’urbanistica dei paesi dell’Est si è sempre espressa con decisa brutalità sia in termini ambientali che insediativi. Anche le realizzazioni post-sovietiche in materia residenziale ricalcano il filone gigantista che ha informato periferie di intere generazioni.

Nel caso di Comfort Town, mega-quartiere di recente completamento situato alla periferia orientale di Kiev, questi aspetti vengono addirittura sublimati. La qualità architettonica si attesta dei livelli decisamente alti e vi è una grande cura nel disegno degli spazi aperti interstiziali. Il tema del volume ipertrofico viene amplificato da variazioni altimetriche e cromatiche, attraverso l’uso di colori squillanti e saturi. Ma non basta. Lo studio Future Architects ha stabilito una colorazione dei tetti uguale a quella delle facciate sottostanti, così da avere dei volumi visivamente compatti… che colpiscono la vedute dal satellite, dall’aereo o dal drone.

 

Like e Lego – It is well known that the urban planning of Eastern countries has always expressed itself with decisive brutality both in environmental and settlement terms. Even the post-Soviet residential realizations follow the gigantist trend that has informed the suburbs of entire generations.

In the case of Comfort Town, a recently completed mega-district located on the eastern outskirts of Kiev, these aspects are even sublimated. The architectural quality stands at decidedly high levels and great care is taken in the design of the interstitial open spaces. The theme of the hypertrophic volume is amplified by altimetric and chromatic variations, through the use of bright and saturated colors. But that’s not enough. The Future Architects studio has established a coloration of the roofs equal to that of the underlying facades, so as to have visually compact volumes… which affect the views from the satellite, the plane or the drone.

CUBISMO MESSICANO

ARCHITECTURE | ULISSES DE LLANO

Sebbene si tratti di una simulazione digitale, il progetto di Ulisses de Llano per un hotel presenta una grande forza espressiva, dove volumi e colore si intersecano inscindibilmente.

L’Hotel Vi sorge (nell’immaginazione dell’architetto) a Los Cabos San Lucas Baja, all’estrema punta meridionale della California, tra Messico (patria di de Llano) e l’Oceano Pacifico.

L’edificio nasce dall’aggregazione di volumi spigolosi, in una compenetrazione drammatica tra pieno e vuoto, ma anche in un gioco chiaroscurale che soltanto il sole tropicale può esaltare.

Per il rivestimento esterno a intonaco, il progettista si avvale di una soluzione monocolore: un pink violet, ovvero un rosa super-vitaminico virato sul viola. In questo caso l’influenza di Barragàn è evidente, ma in questo caso non vi è alcuna delicatezza metafisica. Unico contrappunto cromatico, il verde dei cactus.

 

Mexican Cubism – Although it is a digital simulation, Ulisses de Llano’s project for a hotel has a great expressive power, where volumes and color intersect inextricably.

The Hotel Vi is located (in the architect’s imagination) in Los Cabos San Lucas Baja, at the extreme southern cape of California, between Mexico (home of de Llano) and the Pacific Ocean.

The building was born from the aggregation of angular volumes, in a dramatic interpenetration between full and empty, but also in a chiaroscuro game that only the tropical sun can enhance.

For the external plaster cladding, the designer uses a one-color solution: a pink violet, that is a super-vitamin pink with a purple hue. In this case the influence of Barragàn is evident, but in this case there is no metaphysical delicacy. The only chromatic counterpoint, the green of the cactus.

PASTELLO TATTILE

RUGS | MM COMPANY

Un po’ magici, ma anche realistici, cioè capaci di adattarsi a qualunque tipo di ambiente. Sono le Prospettive Fantastiche, una capsule collection di quattro tappeti disegnata da MM Company (Manuel Barbieri e Marco Magalini) per Matteo Pala.

I soggetti geometrici sono riconducibili a giochi prospettici surreali e a-dimensionali, frutto di annotazioni grafiche avvenute durante una telefonata. La particolarità di queste proiezioni sta nel fatto di rendere perfettamente equivalenti fra loro gli infiniti punti di osservazione.

Arcadia, Volumia, Elisia e Triplia sono i nomi dei quattro disegni: composizioni di volumi geometrici “fantastici”, perfino ingannevoli, che fanno perdere le coordinate spazio-temporali.

I pattern sono composti da campiture in diverse tinte pastello o da toni neutri. Lo stacco tra l’una e l’altra è marcata da linee nere, soluzione che rafforza la percezione di uno spazio virtuale che si apre sotto ai nostri piedi.

 

Tactile pastel – A little magical, but also realistic, that is capable of adapting to any type of environment. These are the Prospettive Fantastiche, a capsule collection of four rugs designed by MM Company (Manuel Barbieri and Marco Magalini) for Matteo Pala.

The geometric subjects can be traced back to surreal and a-dimensional perspective games, the result of graphic annotations made during a phone call. The peculiarity of these projections lies in the fact that the infinite observation points are perfectly equivalent to each other.

Arcadia, Volumia, Elisia and Triplia are the names of the four drawings: compositions of “fantastic” geometric volumes, even deceptive, which make one lose the space-time coordinates.

The patterns are composed of backgrounds in different pastel shades or neutral tones. The gap between one and the other is marked by black lines, a solution that reinforces the perception of a virtual space that opens up under our feet.

VINO IN BIANCO

RETAIL | PORTO ARCHITECTS

Facciamo mente locale sull’allestimento delle enoteche sparse in tutto il mondo: ambiente tradizionale, saturo di prodotti, spesso rustico, atmosfera calda. Ebbene, nel disegnare il concept store di Portugal Vineyards, Porto Architects agisce sul versante esattamente opposto.

Il volume del negozio, che si estende per 90 mq, è stato trasformato in uno spazio bianco accecante e assolutamente minimale, in un’esperienza immersiva a 360 gradi che avvolge le bottiglie. Le mensole sono scavate nelle pareti, in riferimento alle terrazze della viticoltura, mentre l’illuminazione è risolta con semplici sfere bianche.

I progettisti dichiarano che «la sfida creativa di questo progetto era quella di trovare una pianta circolare che potesse essere la migliore risposta per uno spazio quadrato esistente. Di fronte a una pianta quadrata, un ingresso angolato e un accesso secondario, abbiamo trovato la nostra risposta nell’uso della geometria fluida».

 

Wine in white – Let’s think locally about the setting up of wine bars scattered all over the world: a traditional ambience, saturated with products, often rustic, with a warm atmosphere. Well, in designing the Portugal Vineyards concept store, Porto Architects acts on the exact opposite side.

The volume of the shop, which extends over 90 square meters, has been transformed into a blinding and absolutely minimal white space, in a 360-degree immersive experience that envelops the bottles.

The shelves are carved into the walls, referring to the terraces of viticulture, while the lighting is resolved with simple white spheres. The designers state that «the creative challenge of this project was to find a circular plan that could be the best answer for an existing square space. Faced with a square plan, an angled entrance and a secondary access, we found our answer in the use of fluid geometry».

DA MANGIARE CON GLI OCCHI

PASTRY | ANNUSHKA

Nessuno avrebbe mai scommesso che le torte, un giorno, avrebbero fatto il proprio ingresso nel mondo del design. Succede anche grazie a un laboratorio di pasticceria di Mosca, che vende dolci e insegna a prepararli.

Con i lavori di Annushka il godimento è innanzitutto visivo. Niente barocchismi da vecchio pasticcere ma forme contemporanee. Sembrano perfino finte. Ogni ingrediente, a partire dai coloranti alimentari, è utilizzato con la massima padronanza e perizia tecnica per ottenere immagini perfino futuristiche, pop, couture…

Le superfici (liscissime) riescono perfino a essere decorate con incredibili giochi di gradient digitali o da squame ottenute con fettine di pera essiccate. Oltre a soddisfare la parte gustativa, queste sculture che presuppongono un’altissima preparazione estetica, sia in fatto di originalità sia quando imitano famose esperienze artistiche, come le geometrie di Mondrian o i cerchietti di Yayoi Kusama.

 

To eat with your eyes – No one would ever have bet that cakes would one day enter the world of design. It also happens thanks to a pastry shop in Moscow, which sells cakes and teaches how to prepare them.

With Annushka’s works, enjoyment is above all visual. No baroque style of an old pastry chef but contemporary forms. They even look fake. Each ingredient, starting from food dyes, is used with the utmost mastery and technical expertise to obtain even futuristic, pop, couture images…

The surfaces (very smooth) can even be decorated with incredible digital gradient games or with scales obtained with dried pear slices. In addition to satisfying the gustatory part, these sculptures require a very high aesthetic preparation, both in terms of originality and when they imitate famous artistic experiences, such as Mondrian’s geometries or Yayoi Kusama’s circles.

L’ARCOBALENO DENTRO

SITE SPECIFIC ART | GABRIEL DAWE

Nelle installazioni di Gabriel Dawe si intrecciano – è il caso di dirlo – tanti riferimenti culturali, dall’architettura al ricamo della tradizione messicana.

L’artista inonda gli spazi interni di fasci arcobaleno che sembrano avvolgere volumi e persone. Chiodi, fili colorati e torsioni geometriche ricreano la magia emozionale della luce rifratta sotto l’effetto della luce (preferibilmente ) naturale. Le opere della serie Plexus sono costituite da migliaia di filamenti di poliestere cucite dal pavimento al soffitto, per ricreare uno spettro di luce scomposto in 15 colori. I colori vivi delle sue installazioni site specific mutano in base al punto di osservazione e si dissolvono gli uni negli altri, creando illusioni ottiche.

Sono spesso commissioni temporanee site-specific che l’artista trasforma in “reliquie” quando le mostre sono finite.

L’arcobaleno, simbolo LGBTQ+, si conferma nell’arte di Dawe icona di una ribellione potente quanto pacifica.

 

The rainbow inside – In Gabriel Dawe’s installations, many cultural references are intertwined, from architecture to embroidery of the Mexican tradition.

The artist floods the interior spaces with rainbow beams that seem to envelop volumes and people. Nails, colored threads and geometric twists recreate the emotional magic of light refracted under the effect of (preferably) natural light. The works of the Plexus series are made up of thousands of polyester filaments sewn from floor to ceiling, to recreate a spectrum of light broken down into 15 colors. The vivid colors of his site specific installations change according to the point of observation and dissolve into each other, creating optical illusions. They are often site-specific temporary commissions that the artist transforms into “relics” when the exhibitions are over. The rainbow, an LGBTQ + symbol, is confirmed in Dawe’s art as an icon of a rebellion as powerful as it is peaceful.