POLVERE DAL PASSATO

INTERIOR | DIMORESTUDIO

Talvolta la ricerca cromatica deriva dalle immagini e dai manufatti patinati, consumati, carichi di storia e di uso. Il colore non appare originale, ma oscurato dai segni del tempo. Questo approccio memoriale è uno degli aspetti del lavoro di Dimorestudio. La ricerca di Emiliano Salci e Britt Moran, i due titolari del workshop milanese, si muove all’insegna della trasversalità in senso sia tematico (recupero del vintage d’autore, design ex novo che va dai tessuti agli interni, ecc.) sia in termini stilistici.

Sembra che le tonalità cupe, polverose sia il fil rouge che collega oggetti e superfici di epoche diverse, comunque comprese nell’arco ’50-70. Colori desaturati e anneriti, accostanti con grande sensibilità visiva, formano paesaggi interni di notevole interesse espressivo. Per Dimorestudio, la capacità di mixare range cromatici e stili è un fatto altamente intuitivo, che sfugge alla serialità e strizza l’occhio alla dimensione del pezzo unico.

DA GIOTTO AL DIGITALE

PITTURA | SALVO (SALVATORE MANGIONE)

Nel mondo della pittura figurativa Salvo (Salvatore Mangione, 1947-2015) occupa un posto molto significativo, specialmente per essere uno dei pochi esponenti a pieno titolo dell’arte postmoderna.

I riferimenti pittorici dell’artista di origini siciliane sono le figure schematiche di Giotto e di Sironi, ma con un filtro estetico del tutto originale e personale. Paesaggi statici, multicolori, privi di figure umane. Il silenzio è però bilanciato da una visione cromatica di grande energia. Il singolo quadro è invaso da una ricca palette di tonalità in contrasto, anche opponenti, con risultati elettrici.

Negli anni ’80, Renato Barilli notò il conflitto tra quelle scene metafisiche e le palette cromatiche che trascrivevano gli effetti del neon o addirittura della grafica digitale, all’epoca in fase primordiale.

Le opere di Salvo sono intrise di materia sintetica. Egli non conosce il chiaroscuro: anziché degradare verso il nero, i colori virano verso nuance inattese.

TONALITÀ CORAGGIOSE

INTERIOR | MASQUESPACIO

Lo studio professionale di cui vedete due foto, in un certo senso, sta segnando una svolta nell’interior design. Lo studio valenciano Masquespacio sta compiendo una rivoluzione nei paesaggi interni proprio grazie all’uso del colore.

Ana Milena Hernández Palacios and Christophe Penasse adottano tonalità luminose, sature, ottenute da sapienti rielaborazioni di colori elementari. Ma soprattutto puntano sul contrasto, spesso tra opponenti. Rosa Barbie, blu elettrico, rosso granato e vede bottiglia sono gli ingredienti di una sinfonia cromatica elegante ma un po’ shocking, tra postmoderno e anni ’50.

Masquespacio predilige le superfici a tinta unita. Niente pattern, al massimo dettagli d’arredo.

Crediamo che l’attività di questo studio ci invita a riflettere sulle potenzialità sconfinate del colore negli spazi interni, come portatore di nuovi codici espressivi.

SHOCK PERCETTIVO

INTERIOR | JUERGEN MAYER H.

Juergen Mayer H., giovane progettista tedesco attivo in campo architettonico, è un vero esploratore di linguaggi. Rifiuta cliché precostituiti e si avventura nella sperimentazione, complice la dimensione digitale.

Le sue opere presentano forme avveniristiche, ma quando decide di usare il colore, gli spazi assumono una componente a dir poco esplosiva. Sull’attività di Mayer torneremo in futuro, ma ora ci soffermiamo su una sua recente installazione cromatica al Vitra Design Museum di Weil am Rhein.

Il tema dell’intervento cromatico è una delle zone-corridoio. Mayer compie un lavoro a crinale tra decorazione e arte pittorica, sconvolgendo gli schemi della percezione visiva. La normale gerarchia tra pavimento, pareti e soffitto viene sconvolta da campiture sghembe, asimmetriche, nervose, ad angoli acuti. Le intersezioni di bianco, fucsia, rosso, rosa e arancio annullano ogni riferimento spaziale, generando un’atmosfera di immersione cromatica sbalorditiva.

CONTRASTI NELL’ALTA MODA

FASHION | VALENTINO

Dalla settimana della haute couture parigina ss2018 si confermano vari indirizzi formali e progettuali. Alla preziosità di abiti finemente lavorati, che rispecchiano una visione classica della femminilità, si affianca il filone sperimentale, diretto a portare al settore più aulico della moda un contributo iconoclasta e dinamitardo.

In un’area intermedia, troviamo la collezione di Valentino, brillantemente disegnata da Pier Paolo Piccioli, da alcuni anni direttore creativo della maison romana. Sulla passerella prevalgono i capi a tinta unita, a dispetto di pizzi, ricami e fantasie rétro.

Capi importanti, aulici, ma Piccioli non cerca il coordinamento cromatico. Anzi, studia dei contrasti di grande effetto visivo, solitamente giocati su tre tonalità in apparente conflitto. Protagonisti, il verde menta, dei magnifici viola e il giallo curry.

La critica ha sottolineato che l’approccio del brand al tema del lusso veicola comunque una visione di grande modernità.

PARCHEGGIARE TRA I COLORI

INTERIOR | TERESA SAPEY

Il progetto che presentiamo oggi è del 2004, per cui non recentissimo. Eppure conserva una forte carica visivo-emozionale e un notevole interesse sul piano metodologico.

Il parcheggio interrato è un tema abitualmente risolto in chiave semplicistica, ma Teresa Sapey, architetto cuneese da un quarto di secolo attiva professionalmente in Spagna, ci ha dimostrato che proprio i temi apparentemente sterili possono generare soluzioni brillanti e pionieristiche.

Alla Sapey è stato affidato lo studio dell’apparato cromatico-segnaletico dell’autorimessa dell’hotel Silken Puerta America, a Madrid. La progettista rende friendly il parcheggio “infuocandone” le superfici con toni che sfumano tra giallo e rosso. Le informazioni per pedoni e automobilisti vengono affidate a zone di lettering (in nero) che disegnano icone o scritte di livello superiore.